Matera è ufficialmente “Città del pane”

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È stata approvata ieri dalla maggioranza del consiglio comunale, la delibera con la quale si conferisce formalmente a Matera il titolo di “Città del pane”. Un atto che impegna l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Bennardi, a promuovere e favorire “ogni progetto, evento promozionale legato alla filiera del grano duro locale -si legge nella delibera- iniziativa culturale, di educazione e informazione, utile a valorizzare il prodotto tipico locale, espressione ed elemento identitario della cultura materana (…)”. Importante è anche l’indicazione di: “(…) favorire l’inizio di un percorso che possa portare all’attivazione di una De.co. (Denominazione di origine comunale), certificazione attribuita in ambito agroalimentare comunale”, auspicando la collaborazione di università e associazioni di categoria”. Com’è noto, il pane rappresenta per Matera un autentico simbolo d’eccellenza, con la sua caratteristica forma “a cornetto”, che per analogia è simile al paesaggio murgiano e rappresenta dalla notte dei tempi il fulcro dell’economia locale e del territorio. Poche città al mondo possono vantare la presenza di un forno con oltre settemila anni di vita, che si trovava in località “Trasano” e fu scoperto da un gruppo di archeologi francesi e italiani, tra cui Giuliano Cremonesi. Il reperto neolitico è esposto nel giardino del museo “Ridola”, ma altri forni risalenti alla più giovane età del Bronzo sono stati ritrovati in città, simbolo di una tradizione millenaria, mentre le modalità di cottura del pane di Matera risalgono ai tempi del regno di Napoli, quando furono fissati i precetti come quello di imprimere all’impasto i classici tre tagli, che vanno a formare altrettante gobbe, simbolo della Trinità ma anche degli elementi che lo compongono; acqua, terra e fuoco. Poi l’usanza, oggi non più seguita, di imprimere al pane il marchio distintivo della famiglia che lo produceva, con un timbro in legno, per poterlo distinguere quando si cuoceva nei forni collettivi o di comunità. Oggi molti di questi storici timbri, sono custoditi nel museo Ridola. Dal pane è nata anche la florida industria molitoria cittadina, che tra Ottocento e Novecento ha sfidato i mercati internazionali, confermando la sua qualità in tutta Europa. Una storia di emancipazione economica e uscita dalla feudalità, che passa anche attraverso il pane, fin dal 1663, quando Matera divenne capoluogo di Regione. Infine, l’origine religiosa perché il patrono di Matera Sant’Eustachio, ovvero dal greco “colui che produce buone spighe” come conferma l’iconografia classica del santo, che liberà miracolosamente la città dall’assedio dei saraceni. Ancora oggi, nel giorno della festa del santo, si benedicono le sementi per un buon raccolto. Una tradizione importante, insomma, che valorizza la decisione di battezzare Matera come Città del pane. “Ora si avvierà un percorso di valorizzazione con la collaborazione dell’università e delle associazioni di categoria. -ha commentato il sindaco Bennardi- Ringrazio i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, che hanno sottoscritto la dichiarazione. Mi rammarica che dopo ben due commissioni dedicate e un lungo dibattito in Consiglio, che ha portato a importanti modifiche del provvedimento, alcuni consiglieri dell’opposizione hanno ritenuto votare contrari o astenersi”. Nel 2008 il pane di Matera ha ottenuto dalla Commissione europea il marchio Igp (Indicazione geografica protetta), il cui regime di tutela è stata rinnovata nel 2018. La proposta di “Matera Città del pane”, è stata presentata nel settembre scorso dalla locale Confesercenti dopo il Congresso eucaristico nazionale svoltosi in città e dedicato proprio al tema, durante il quale il Papa ha definito Matera città del pane.

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