Rapporto Svimez, “ultima chiamata” a responsabilità amministratori Regioni, Province, Comuni del Sud

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Il turismo salverà il Sud e i borghi del Sud. Ma a patto che le previsioni Svimez, che segnalano per il 2023 il rischio di una contrazione del PIL nel Mezzogiorno dello 0,4%, un peggioramento della congiuntura determinata soprattutto dalla contrazione della spesa delle famiglie in consumi, per gli amministratori di Regioni, Province e Comuni siano interpretate come “l’ultima chiamata” a responsabilità che non possono più essere rinviate o delegate a chi sa  chi.  Non c’è più tempo per la lamentela, commenti rituali e frettolosi e per lo scaricabarile, perché oggi ci sono cose che ciascun amministratore può e deve fare. La Svimez insiste sulla ripartenza industriale indicando i driver per riaccendere il ‘secondo motore’ del Paese. Ma il Mezzogiorno, soprattutto in questa straordinaria stagione estiva, ha già dato prova di resistere e di rimettersi in gioco, accogliendo flussi turistici vecchi e nuovi e non più solo nelle località di mare. E’ questo il driver che, rispetto all’industria, può svolgere un ruolo maggiore nella ripresa. Un altro avvertimento da cogliere nel rapporto Svimez: mettere in sicurezza l’attuazione del PNRR è cruciale, consolidandone la finalità di coesione economica, sociale e territoriale; potenziando le misure di accompagnamento degli Enti territoriali nella realizzazione delle opere; rafforzando il coordinamento del Piano con la politica di coesione europea e nazionale e con la politica ordinaria. “Il nervo scoperto del Pnrr è l’assenza di un chiaro disegno di politica industriale” denuncia il direttore generale dello Svimez, che invita a contrastare l’esodo dal sud dei giovani, una delle nostre ‘mission’ prioritarie. A questa lucida analisi aggiungiamo anche l’assenza di un chiaro disegno di politica turistica che non tiene conto del rinnovato protagonismo dei soggetti sociali che vedono da tempo i Distretti Turistici in trincea. Lo abbiamo detto agli Stati Generali del Turismo di Chianciano e le conclusioni dello studio Svimez rafforzano la nostra convinzione: nella nuova visione dell’industria del turismo, il turismo di comunità è la formula più richiesta, soprattutto nei borghi del Sud. Per riuscire nell’obiettivo  è indispensabile attivare sinergie e integrazioni tra Amministrazioni pubbliche nazionali, comunitarie e Privato organizzato, così come previsto dalla Legge 106/2014 che specificamente individua i Distretti, dalla stessa istituiti e le loro Reti d’Impresa quali soggetti idonei allo scopo.

Per questo chiediamo di dare più strumenti normativi e finanziari ai Distretti e, prima di tutto, di riconoscere l’insostituibile ruolo dei Distretti se vogliamo realmente programmare il turismo tutto l’anno. I borghi continuano ad essere tra le mete più richieste confermando la nostra visione strategica per la rigenerazione degli antichi borghi, l’animazione, la formazione di tutte le figure che devono accompagnare gli ospiti-turisti alla scoperta dei beni artistici, monumentali, culturali, tradizioni popolari ed enogastronomici di cui i nostri piccoli paesi sono scrigni che attendono solo di essere riaperti al grande pubblico. E’ tempo che, primi soggetti istituzionali su tutti, le Regioni si convincano che si riparte con il turismo e credano realmente nel sistema pubblico-privato del turismo di comunità.

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