Inappropriato l’uso dell’acciaio nel recupero della Cava del Sole

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Non sono mancate le segnalazioni indirizzate agli uffici preposti, anche in passato. Evidentemente, sono andate a buon fine.

Non si procederà più, contrariamente a quanto precedentemente proposto, al rifacimento della scala di accesso alla Cripta del Sole mediante l’integrazione di blocchi di calcarenite locale e la realizzazione di un parapetto in acciaio corten. Lo stesso discorso vale per l’ipotizzata ricostruzione dell’apiario (avucchiara), ovvero, la muratura forata in tufo sempre tramite lastre di corten.

I lavori, in questo caso, avrebbero dovuto rievocare l’antica trama del muro identificandone l’intervento moderno. Ma i pannelli di acciaio, di dimensioni variabili, mal si coniugano in un contesto in cui è la porosità della calcarenite a raccontare una vicenda esemplare come quella della “Cava del sole”. Nome che deriva dalla presenza, al suo interno, della Cripta del Sole, insediamento rupestre di probabile epoca medioevale. La cripta è caratterizzata dalla presenza di un ipnotico sole scolpito direttamente nel banco roccioso, da abili cavamonti il cui lascito, nel caso specifico, esprime una maestria che va ben oltre le loro non meno preziose abilità tecniche.

Per la cronaca, il nome dell’acciaio corten corrisponde all’abbreviazione dei termini inglesi che definiscono le sue caratteristiche principali, CORrosion restistance (resistenza alla corrosione) e TENsile strength (resistenza a trazione).

Oltre a risultare materiale incongruo in un contesto ampiamente storicizzato come le cave, è noto che questo tipo di acciaio presenta un difetto non secondario.

Con la pioggia, l’umidità o anche solo nel lavaggio, gli elementi in corten subiscono l’ossidazione che si forma in superficie ed è normale che il tutto finisca per colare verso il basso macchiando di ruggine gli elementi a contatto sottostanti, siano mattoni, pavimentazioni, vetro o altro.

Insomma, pericolo scampato. Sarà meglio usare il tufo e affidarsi alle tecniche d’intervento tradizionali.

Pasquale Doria
MATERA CIVICA

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