Arte contemporanea in Fondazione Sassi ” Ipogei della Fondazione Sassi”

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Organizzata e promossa dalla Fondazione Sassi la mostra La terra e il pane rientra nell’ambito del Festival La Terra del pane, progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in coproduzione con la Fondazione MateraBasilicata 2019, tema: Radici e Percorsi.

Il vernissage della mostra a cura di Andrea B. Del Guercio si terrà sabato 22 giugno alle ore 19:30, negli ipogei della Fondazione Sassi di Matera.

Identifica la sua opera con l’espressione di una spiritualità interiore, Tarshito. Al secolo Nicola Strippoli, l’artista pugliese sarà presente alla Fondazione Sassi con una personale: La terra e il pane. La mostra, a cura di Andrea B. Del Guercio titolare della Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, presenta ceramiche e sculture in terracotta che pongono il pane come bene materiale e veicolo di sostanza spirituale.
La terra e il pane sarà inaugurata sabato 22 giugno alle ore 19:30 alla Fondazione Sassi e resterà aperta al pubblico fino al 21 luglio 2019. Si potrà visitare tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Giorno di chiusura: lunedì. Ingresso libero.

Organizzata e promossa dalla Fondazione Sassi la mostra rientra nel Festival La Terra del pane, progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in coproduzione con la Fondazione MateraBasilicata 2019, tema: Radici e Percorsi.

Negli ipogei della Fondazione Sassi, la mostra La terra e il pane  prende vita a partire da una citazione di Don Tonino Bello: “il Pane non sazia se il cuore è privo di verità”. La verità è la ricerca del vero sé e Tarshito coglie la possibilità di sottolineare e ricordare il concetto di materia e spirito proprio mettendo in relazione il pane con se stessi. I diversi pani realizzati dall’artista, ciascuno caratterizzato da precise citazioni, riportano nel timbro i nomi di alcuni maestri spirituali che hanno segnato il percorso di vita e artistico dell’autore. Un preciso riferimento cristiano al pane, alla moltiplicazione dei pesci, al Corpo di Cristo si coglie nel pane/pesce. In altre opere Tarshito ha voluto esprimere la volontà di “umanizzare” la materia pane: il pane che annusa un odore superiore; il pane che guarda attraverso l’occhio; il pane che ascolta attraverso l’orecchio e il pane che attraverso la bocca assapora un gusto superiore, più alto, sino ad arrivare ad un pane portato da un livello materiale ad un livello più alto, più luminoso, il pane d’oro. Un pane gemello, di terra cruda ma che contiene in se’ dei pezzetti d’oro che lo riportano ancora una volta su, verso un livello alto, verso il mistero della Vita.

« (…) Trovo perfetta la scelta di rispettare la dimensione naturale di una forma di pane, la scelta di affidarsi a quei volumi che la tradizione popolare alimentare ha depositato nel tempo e che i territori conservano – scrive nelle note critiche il curatore Andrea B. Del Guercio – E’ su questo patrimonio che si inserisce lo sviluppo espressivo e la contaminazione iconografica condotta da Tarshito; si avverte come l’artista abbia saputo intervenire senza necessità di forzature, di fratture e nei facili aggiornamenti di una contemporaneità senza radici, per seguire una ispirazione lineare, naturale, dettata dall’esperienza. Sotto l’azione creativa di una mano sapiente, la forma del pane, si trasforma, diventando ospitale, disponibile a svolgere un ruolo di comunicazione affidandogli il peso della parola, a caratterizzarsi sotto diversa funzione, scegliendo di inserirsi nella dimensione caleidoscopica dell’arte contemporanea».

«(…) Il connubio profondo fra forma, sapienza, complessità, universalità, amore emerge quasi naturale dalle opere che Tarshito ha creato, magistralmente assumendo e rielaborando il tema del festival della Fondazione Sassi, e conferma che pane é natura, società, arte, spirito, vita – scrive il presidente della Fondazione Sassi Vincenzo Santochirico nella prefazione al catalogo della mostra –  (…) La terra del pane è il campo tematico che più immediatamente e direttamente si presta ad accogliere l’ispirazione e la ricerca dell’arte del Maestro, dall’altro, il luogo destinato ad ospitare le opere – gli ipogei della Fondazione – esalta il rapporto ancestrale che lega la contemporaneità alla sua origine e l’umanità alle cavità primigenie e vitali. Ma a generare una straordinaria confluenza di implicazioni, suggestioni, intrecci è il pane, che assurge a elemento finale dell’ispirazione e della creazione artistica nelle opere del Maestro che la Fondazione accoglierà e offrirà a chi vorrà trarne nutrimento ».

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