Paolo Borrometi e don Ennio Stamile a Lagonegro

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Sabato 21 gennaio, alle ore 19, nella sala convegni di Palazzo Corrado a Lagonegro, si svolgerà il secondo appuntamento dell’iniziativa dal titolo ‘’Cittadini degni del Vangelo a servizio del Bene Comune’’. 

I 4 appuntamenti sono promossi dalla Parrocchia di Lagonegro, guidata da don Gianluca Bellusci, in collaborazione con il Consiglio Interparrocchiale nell’ambito del secondo anno del Cammino Sinodale, da un’idea sviluppata assieme a don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo Onlus e in collaborazione con Libera Basilicata

 Il tema dell’incontro di sabato 21 gennaio è LEGALITA’ e vedrà la partecipazione del giornalista Paolo Borrometi e di don Ennio Stamile, che si confronteranno in un incontro moderato da don Cozzi e introdotto da Maria Carmela Di Stefano. Parlare di legalità richiede sempre una preliminare assunzione di responsabilità per declinare i buoni propositi in azioni concrete, nel quotidiano. 

Lo sanno bene i due ospiti che si confronteranno nell’importante appuntamento a Lagonegro che, tra l’altro, arriverà a pochi giorni dall’importante notizia della fine, dopo 30 anni, della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Paolo Borrometi, giornalista e scrittore siciliano, vive sotto scorta dal 2014. Ha raccontato la sua storia nel libro ‘’Un morto ogni tanto’’. Fondatore (e direttore) della testata giornalistica online laspia.it, lavora per l’agenzia Agi, è autore di numerose inchieste e fa parte, tra gli altri, della “Fondazione Caponnetto”, di “Libera” e di “Articolo 21”. ‘’ Le mafie di oggi sono molto cambiate- raccontò in un’intervista- C’è molta differenza tra nord e sud. Al sud c’è un profondo controllo sociale, che è drammatico, esercitato in territori dove lo Stato drammaticamente non è presente. Oltre a quello c’è il controllo economico. Al centro nord c’è più un controllo economico e non sociale e militare. Le mafie hanno compreso che devono ricorrere alla violenza solo come estrema ratio mentre prima sparavano per qualsiasi cosa, per regolare ogni questione. Oggi hanno sempre l’intimidazione per indurre paura e portare al silenzio le comunità. Ma si spara solo se necessario. Si tenta prima di corrompere. Le mafie sono transnazionali, fanno affari, si occupano del gioco on line, hanno scoperto un campo come quello agroalimentare: portano la frutta e la verdura sulle tavole degli italiani. Affari molto redditizi con la minima esposizione’’.

 Don Ennio Stamile è presidente dell’associazione di volontariato San Benedetto Abate, attiva in Italia e in Africa. ‘’Non c’è futuro senza memoria- dice- non esiste domani senza passato, e noi calabresi spesso abbiamo la memoria corta, tendiamo a dimenticare, a rimuovere. Cosi facendo mettiamo a repentaglio il futuro nostro, dei nostri giovani, dei figli di questa terra che alla fine scapperanno, condannando questa regione all’imbarbarimento, alla desertificazione, alla rassegnazione’’. 

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