COPAGRI: PAC, DOPO ATTESO OK DI BRUXELLES A PSN ITALIANO, ACCELERARE SU DECRETI ATTUATIVI

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Battista, restano ormai pochissimi giorni prima dell’entrata in vigore della nuova PAC

Roma, 2 dicembre 2022 – “Dopo il tanto atteso via libera di Bruxelles al Piano Strategico Nazionale-PSN dell’Italia, nel quale come noto sono contenute le scelte del nostro paese sull’applicazione della Politica Agricola Comune-PAC, la priorità diventa quella di chiudere la delicata partita dei decreti attuativi necessari all’applicazione del Piano stesso e, soprattutto, fondamentali per consentire ai produttori agricoli di pianificare in maniera ponderata e strategica la prossima programmazione”. Lo evidenzia il presidente della Copagri Tommaso Battista a seguito dell’ok della Commissione Europea al PSN italiano, la cui prima versione era stata inviata a Bruxelles a inizio anno, salvo essere poi sensibilmente rivista a seguito delle numerose osservazioni dell’Esecutivo comunitario.

“L’ok di Bruxelles al PSN rappresenta un ulteriore passo nella giusta direzione, grazie al quale il Primario del Paese si arricchisce di uno dei tasselli fondamentali per il suo sviluppo, tassello che va ad aggiungersi alle tre proposte legislative nelle quali si articola la riforma della PAC, approvate dal Parlamento UE esattamente un anno fa, e della quale il Piano è diretta conseguenza”, prosegue Battista.

“La necessità di accelerare con i decreti attuativi del PSN è legata al fatto che restano ormai pochissimi giorni prima dell’entrata in vigore della nuova PAC ed è assolutamente necessario che le norme di applicazione siano chiare e di facile utilizzo, al fine di consentire alle aziende agricole di cogliere le opportunità che la nuova programmazione può offrire”, aggiunge il presidente della Copagri.

“Vale la pena di ricordare, infatti, che nel quinquennio di applicazione della nuova PAC, che come noto va dal 2023 al 2027, al nostro Paese arriveranno dal bilancio comunitario oltre 23 miliardi di euro (a prezzi 2018), ripartiti tra 17,4 miliardi di aiuti diretti e 5,9 miliardi di fondi per lo sviluppo rurale; a quest’ultima cifra si andrà poi ad aggiungere il cofinanziamento dello Stato e delle Regioni”, conclude Battist

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