Unità di Crisi Sanitaria – Altro che soluzione, è l’ennesimo trucco burocratico.

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Questa è la verità sull’incontro di ieri. Altro che soluzione da dare all’emergenza sanitaria che sta già precipitando sulla pelle dei pazienti in attesa di prestazioni (220mila in totale) e degli operatori delle strutture della specialistica ambulatoriale, un’emergenza che non può essere “differita” perché la cura e la prevenzione della salute non si “differiscono”.
La verità sullo svolgimento e le conclusioni dell’incontro di ieri al Tavolo Tecnico presso la sala Verrastro della Regione è inquietante. E non ha niente a che vedere con quella che il comunicato diffuso, in tipico stile burocratese, vorrebbe far credere all’opinione pubblica che ovviamente segue con grande apprensione questa vicenda.
Intanto ve ne diamo conto per genuina trasparenza. Il direttore generale del Dipartimento Salute dr. Del Corso, dopo aver convocato le associazioni di categoria a sua firma non era presente “per sopraggiunti impegni” lasciando al tavolo il capo di Gabinetto del Presidente Bardi, dr. Busciolano, il consulente del Presidente avv. Iorio, il dirigente dr. Montagano e il direttore facente funzioni Asp dr. D’Angola, vale a dire l’autore della interpretazione “autentica” della delibera di Giunta 482/2022 che ha determinato lo stop delle prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale con tutto quello che ne sta conseguendo.
Siamo rimasti allibiti di fronte alla proposta di “differimento dei termini” della delibera, guarda caso, a dopo le elezioni politiche, come se la soluzione dovesse riguardare la campagna elettorale e non l’emergenza sanitaria che sta colpendo cittadini lucani e operatori.
Ci saremmo aspettati innanzitutto, come priorità, l’annuncio di revoca o di annullamento come richiesto unanimemente da tutte le associazioni di categoria nel documento firmato dopo l’incontro precedente del 5 agosto ultimo scorso. Ci saremmo aspettati altresì, almeno la modifica immediata delle delibere e che il tavolo tecnico volesse approfondire la fattibilità tecnica, appunto, di una tempestiva soluzione che è del tutto possibile.
E Invece ci siamo ritrovati sul tavolo l’ennesimo trucco burocratico: una proposta di differimento dei termini che mantiene intatto il contenuto della delibera, perché di fatto – e questo la nota scritta in burocratese non lo dice – le norme sui tetti di spesa restano tali e quali SOLO spostate di un mese. E’ incredibile che ci sia stato bisogno di scomodare l’illustre avvocato Iorio, che è stato qualificato come consulente, con il compito di trovare una soluzione, per tentare di impacchettare una parvenza di ragionevolezza. Non manchiamo a tale proposito di stigmatizzare il comportamento assunto proprio dal dr. Iorio nei confronti dei partecipanti al tavolo quando in disaccordo con le sue convinzioni, ed in maniera particolare nei confronti della D.ssa Maristella D’Alessandro, presente all’incontro in rappresentanza di Aspat Basilicata e componente dell’Unità di Crisi, aggredita verbalmente mentre consegnava un documento dell’Aspat (peraltro già anticipato attraverso pec). Non meno grave è stato il suo stizzito abbandono del tavolo.Tali comportamenti non si erano mai osservati nel corso dell’ultimo ventennio e ciò purtroppo ne qualifica l’inadeguatezza al prosieguo dei lavori. Giova anche segnalare che la nota stampa della Regione è sicuramente “imprecisa” quando riporta che “tutte le associazioni presenti, tranne una, hanno concordato con il percorso proposto”, nella realtà sono due su cinque e precisamente Sanità Futura e ASPAT Basilicata. Sarebbe interessante poter visionare il verbale, laddove fosse stato redatto, per poterlo contestare pubblicamente.
Se questa è la strada che la Regione, a quanto pare, vuole perseguire, deve aver chiaro che lo sta facendo danneggiando pesantemente il binomio inscindibile degli operatori sanitari che erogano prestazioni specialistiche e dei pazienti che le ricevono.
L’emergenza sanitaria non può e non deve essere fintamente risolta con l’artificio della malaburocrazia.
Ci domandiamo, a questo punto, se dietro queste “qualità” da vera e propria “malaburocrazia” ampiamente dimostrate nel corso degli anni, non si nascondano di fatto ben precisi intrighi di palazzo con la volontà precisa di distruggere i servizi di alcune località lucane e affossare strutture sanitarie di eccellenza per poi favorirne altre, con spietata e cinica ferocia, colpendo di fatto i lavoratori e le loro famiglie, ma soprattutto migliaia di cittadini.
Non possiamo accettare questa situazione di agonia e pertanto ne chiediamo conto e aiuto a chiunque, innanzitutto ai politici – al Presidente Bardi e all’Assessore Fanelli – che intervengano per azzerare immediatamente questo scempio di umanità.

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