Unità di Crisi Sanitaria Basilicata: proposte-sollecitazioni urgenti per non mandare in ferie la salute

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La revoca delle Deliberazioni della Giunta regionale della Regione Basilicata n. 481/2022 e n. 482/2022, recanti la determinazione dei tetti di spesa per la specialistica ambulatoriale; l’immediato pagamento delle prestazioni erogate dalle 68 strutture (i pagamenti sono fermi ad aprile); la ridefinizione dei tetti di spesa da parte della Regione Basilicata attraverso la consultazione delle associazioni di categoria e dei soggetti portatori di interessi diffusi, attraverso un’intesa da sottoscrivere prima di ferragosto. Sono queste le richieste principali dell’ Unità di Crisi Sanitaria Basilicata illustrate oggi in una conferenza stampa. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato Michele Cataldi e Maristella D’Alessandro, insieme a rappresentanti di strutture e di associazioni di categoria, tra le quali Sanità Futura (Giuseppe Demarzio) e Aspat Basilicata (Antonia Losacco) e i consiglieri regionali Mario Polese e Luca Braia.  Le conseguenze degli atti della Giunta – è stato detto – sono particolarmente pesanti sui pazienti e sulle strutture. In sintesi determinano il blocco di tutte le attività; la disdetta di appuntamenti visite-prestazioni già calendarizzati; l’interruzione di cure; l’impossibilità a prendere nuovi appuntamenti per contribuire ad abbattere le liste di attesa che ammontano a circa 220 mila prestazioni. Cataldi e D’Alessandro hanno ricordato gli impegni che il Presidente Bardi e l’assessore Fanelli (accompagnato dal direttore generale Del Corso) hanno assunto la scorsa settimana nell’incontro con tutte le associazioni di categoria che nel giro di un’ora dalla conclusione dell’incontro hanno approvato un documento condiviso come sollecitato dai rappresentanti della Regione. Si tratta adesso – è stato sostenuto – di procedere speditamente verso la soluzione delle problematiche urgenti in modo da non interrompere prestazioni e servizi. In proposito è stato sottolineato che si prefigurerebbe una situazione di interruzione di pubblico servizio con conseguente intervento di rappresentanti dello Stato. L”Unità di Crisi” prevede, da un lato, che si debba contribuire a evitare una vera e propria sventura, con danni irreparabili, che si abbatterebbe su pazienti e strutture e, dall’altro, che si riconquisti un confronto produttivo tra Regione e Associazioni di categoria. Di qui la necessità di mettere in “sicurezza” la continuità assistenziale fino al 31 dicembre 2022 e al contempo la predisposizione di un tavolo tecnico, aperto alle associazioni, che si occupi di pianificare le attività per il prossimo triennio (2023-2025). Nell’incontro con i giornalisti è stato contestato il riferimento al 2014 per determinare i tetti di spesa, molto lontano dall’attuale situazione di fabbisogno specie dopo la pandemia e riferito che da 8 anni il contenzioso tra strutture e Regione segna la bocciatura da Tar e Consiglio di Stato di tutte le delibere di Giunta specie per il ritardo nella determinazione dei tetti. Per Demarzio (Sanità Futura) e Losacco (Aspat) le associazioni di categoria dopo aver interpretato il profondo malessere delle strutture associate sono fortemente impegnate a sostenere la vertenza, tenuto conto che la specialistica ambulatoriale può  e deve continuare a svolgere un ruolo fondamentale per la salute delle persone. Per questo la scelta del confronto e della trasparenza sono un metodo irrinunciabile.

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