TURI (UIL SCUOLA), “CONTRORIFORMA” COLPISCE IL SUD DUE VOLTE

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“Lo sciopero generale della scuola del 30 maggio prossimo è una prima risposta al tentativo di trasformare, per decreto, la scuola, istituzione pubblica che appartiene alla collettività, in un centro di formazione professionale. E’ la mobilitazione nell’interesse del Paese e della cultura”. Lo ha detto il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi intervenendo a Rifreddo di Pignola al primo congresso regionale della Uil Scuola Basilicata. “Siamo di fronte ad un tentativo di snaturare l’istruzione pubblica, tutelata dalla Costituzione  – ha aggiunto – a danno dei ragazzi con un doppio colpo per il Sud. La controriforma che ci viene proposta, perché di questo si tratta,  potrebbe avere una qualche ricaduta positiva lì dove c’è mercato, ma non certamente per il Sud: il Mezzogiorno d’Italia non ha bisogno soltanto di edifici moderni e di infrastrutture, ma anche di una programmazione di ampio respiro e di docenti qualificati, il cui lavoro non può essere mortificato da una mancia sullo stipendio. Lo sciopero del 30 infatti ha l’obiettivo – ha sottolineato Turi – di chiudere il contratto scaduto abbondantemente. Quella affidata all’Aran è una ‘missione impossibile’: chiudere un contratto in pendenza di un atto legislativo  (il decreto legge 36/2022 – che ha un iter di conversione al 14 giugno e sul quale si è innestata la protesta ampia e diffusa del personale e l’indizione dello sciopero generale) che ha effetti devastanti sul lavoro delle persone. La proposta irricevibile è pochi soldi e tanto lavoro per il personale. Non a caso Il Piano nazionale di ripresa e resilienza allarga le disuguaglianze perché non considera i costi del personale che avrebbero dovuto essere inseriti nella Finanziaria”.

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