Borghi PNRR; Bardi: ecco perché abbiamo scelto Monticchio.

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Il presidente della Regione spiega il progetto per “vincere la sfida della crescita sostenibile e arrestare lo spopolamento”

Nell’ambito degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Ministero della Cultura ha emanato un avviso pubblico per recuperare e rendere attrattivi borghi periferici e abbandonati, chiedendo alle Regioni di presentare progetti meritevoli su cui investire. La Basilicata ha puntato sulla rigenerazione di Monticchio.

“Abbiamo esaminato le diverse candidature pervenute – ha spiegato il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi – e abbiamo deciso di scegliere Monticchio a cui indirizzare l’investimento di 20 milioni di euro previsto dal PNRR. La sfida non era individuare l’idea più bella, ma il progetto che avesse il vero motore di spinta verso il cambiamento. L’obiettivo non è solo il recupero del sito, ma anche l’individuazione di una vocazione specifica per far tornare lavoro e persone. In sostanza si punta a ridare vita ad un’area dimenticata per incentivare il turismo sostenibile e arginare il controesodo creando occasioni di lavoro: oggi le attività da remoto e la banda ultra-larga offrono opportunità lavorative inimmaginabili fino a qualche anno fa. Il progetto su Monticchio è un’opportunità di crescita che avrà ricadute positive su gran parte del territorio regionale. Monticchio diventerà un grande laboratorio diffuso di innovazione e creatività che avrà importanti ricadute socioeconomiche. Sono diversi gli interventi previsti. Penso a quelli relativi alla mobilità… al sentiero del borgo, ad esempio, un’infrastruttura a mobilità lenta tra il fiume Ofanto e le cime del Vulture, in cui si susseguono diverse modalità di percorrenza: dalla stazione sulla ferrovia storica del 1894 alla ciclovia tra i boschi e i campi di grano. Penso alle piccole cabine trasparenti sospese sui piloni dell’antica funivia, per raggiungere il rifugio a oltre 1200 metri. Penso al Lago grande e alla piattaforma su cui assistere agli spettacoli. Ma gli interventi riguarderanno anche altri ambiti: dall’archeologia con il Parco di Sant’Ippolito alle sperimentazioni colturali intorno ai casali riqualificati, dalla geologia con il vulcano e le acque minerali fino alla robotica e all’automazione industriale, grazie alla prossimità dell’area industriale di San Nicola di Melfi. Ma ci sarà spazio anche per l’architettura e gli eventi con il Festival della Rigenerazione: un format dedicato al dibattito sulla qualità dell’abitare, del lavoro collaborativo e del lavoro remoto in contesti di pregio. La scommessa è tutta sull’attrattività per nuovi residenti: lavoratori, start-up in incubazione, nomadi digitali e ospiti temporanei. È una sfida anche occupazionale, con un centinaio di posti di lavoro potenzialmente attivabili tra tecnici, microimprenditori, operatori del turismo, dell’ospitalità e dei servizi”.

Il progetto coinvolge dieci Comuni della provincia di Potenza: Rionero in Vulture, Melfi, Atella, Barile, Ginestra, Rapolla, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Fele e Venosa: “Dieci Comuni che hanno fatto rete, che hanno avuto una vision, uno sguardo lungo che li ha proiettati su un futuro possibile e noi, come amministrazione regionale – ha concluso Bardi – abbiamo fortemente sostenuto questo progetto”.

Ascolta il Podcast https://open.spotify.com/show/4be7xGFX8IZa6BzOiS5BXP

Ufficio Stampa della Giunta regionale

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