UN ARTICOLO DI GIOVANNI TRICCHINELLI SUL CONFLITTO RUSSO UCRAINO, SUL CORRIERE DELLA SERA DI OGGI 23 MARZO 2022

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di MICHELE SELVAGGI 

Un’analisi attenta, precisa e ricca di contenuti  storici e critici, il corposo servizio firmato oggi 23 marzo, dal nostro illustre concittadino,  Giovanni Tricchinelli, già Vice Presidente di Mediocredito e Intesa San Paolo. L’argomento è quello che da qualche settimana stiamo vivendo noi e  in particolare   le nazioni d’Europa, preoccupate per una crisi che finora ha fatto registrare  distruzioni e morte  dopo l’invasione russa in Ucraina. “ Fu Leone Tolstoi – esordisce Tricchinelli – a ricordarci con un suo aforismo, che l’uomo persegue sempre la pace, ma che in qualsiasi momento è pronto a scatenare la guerra. Riferendosi al genere umano  l’autore di Guerra e Pace scrisse: “Togli  il sangue dalle vene e al suo posto versaci dell’acqua. Solo allora non ci saranno più guerre”.  Ecco l’amara verità che non vogliamo accettare. Dopo 70 anni di pace e due di pandemia – spiega Tricchinelli –  nessuno di noi avrebbe mai immaginato  che si sarebbe aperto un altro scenario ben più nefasto. Quello che si è  materializzato solo  poche settimane fa  con una guerra vera, spietata, crudele con tutto il suo carico di morte, sopraffazione e sofferenza”. Ma come è stato possibile tutto ciò e perché si è arrivati all’irreparabile, si chiede l’autore ? E’ presto detto, atteso che l’Europa, per tanti anni, ha sottovalutato i segnali che venivano dalla Russia dove Putin ha costantemente alimentato il revanscismo e la nostalgia della della grande nazione zarista.  Per lui – sostiene Tricchinelli – la più grande tragedia  del novecento, non è stata la II° Guerra Mondiale, ma la dissoluzione dell’Unione Sovietica e noi europei,  ci siamo fidati delle apparenze e abbiamo ben presto dimenticato  la definizione che subito dopo Yalta,  Winston  Churchill dette del  vecchio impero degli zar : “ la Russia è un rebus avvolto in un mistero  che   sta dentro ad un enigma”. Ma ora che Putin  ha svelato al mondo intero la sua vera natura dispotica, violenta e guerrafondaia, per noi europei – spiega Tricchinelli – si apre un nuovo capitolo della nostra storia e gli effetti devastanti di  questo conflitto scellerato, ricadranno anche su di noi, sulla nostra società, sulla nostra economia, sul futuro dei nostri figli. Tragiche conseguenze, con la fine del grande sogno europeo  della pace perpetua e del benessere acquisito, la corsa agli armamenti, l’impennata del prezzo del petrolio, del gas e delle altre materie prime e le dure sanzioni inflitte alla  Russia  che inevitabilmente si riversano sul nostro tenore di vita. Inevitabile, a questo punto – ammonisce l’autore del servizio –  la percezione  della precarietà della pace  e della minaccia della nostra libertà. Convinzioni e sentimenti che dovrebbero motivare a costruire un’Europa più forte e unita, che abbia una sola politica estera e una sua politica di difesa con un esercito comune e una efficace legislazione sociale. Il pericolo – sempre secondo l’ex Vice Presidente di Mediocredito-  è che se l’Europa continuerà  a viaggiare su due dimensioni, l’asse del nord franco – tedesco e il fronte del Sud, quello Mediterraneo, continueranno ancora ad essere una potenza economica, ma non diventeranno mai una identità politica, fermo restando che nella nuova geopolitica  che Putin ha inaugurato, l’Europa dovrà giocare un suo ruolo”. Il lavoro di Tricchinelli, Infine, ricorda che furono  due grandi statisti italiani Alcide De Gasperi e Carlo Sforza , che proposero  nei primi anni 50,  la creazione della Comunità Europea di Difesa  (CED), un progetto osteggiato dai francesi  nel 1954. “ Nella mente di De Gasperi – ricorda ancora   Tricchinelli –  era già chiara la sua  grande visione politica.  La CED  avrebbe sì garantito un’autonomia militare difensiva,  ma sarebbe stato il primo passo verso una  effettiva unità politica del vecchio continente. Così come i padri  dell’Europa moderna intuirono che la democrazia, la pace e la libertà, erano dei traguardi che andavano faticosamente conquistati e custoditi. Ora che possiamo osservare con sgomento , la carneficina che la guerra provoca  sugli innocenti – conclude Tricchinelli –  dobbiamo ritornare a quelle intuizioni. E realizzare finalmente  quegli Stati Uniti d’Europa che rappresentano, oggi ancor più di ieri,  l’unico baluardo contro la prepotenza scellerata  dei nuovi nazionalismi”.

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