Le utili indicazioni che emergono dal Forum di Aliano sulle aree interne devono tradursi in azioni innanzitutto sui servizi essenziali da garantire ai cittadini che ci risiedono, per affrontare i nodi delle infrastrutture viarie e civili, l’assistenza socio-sanitaria agli anziani, l’istruzione e il lavoro per i giovani. Lo afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) aggiungendo che la Strategia Aree interne è stata pensata anche come strumento di promozione di una nuova classe dirigente del territorio e per questa ragione c’è bisogno di un cambiamento innanzitutto di mentalità. Ma se come accade nell’area della Collina Materana di tanto in tanto tornano i rischi di chiudere la Guardia Medica, uffici postali e scuole – continua – qualsiasi confronto non ha più alcun senso.
Sul piano infrastrutture la rivoluzione logistica” di cui parla la Svimez – sostiene Castelluccio – con la costruzione di infrastrutture, filiere e servizi logistici ad alto valore aggiunto che aumentino il valore delle merci in transito generando ricchezza, è una buona proposta per superare il gap infrastrutturale regionale e favorire l’export delle nostre imprese.
Il consigliere regionale di Forza Italia afferma, anche, che: “l’idea progettuale è tanto più interessante perchè non ipotizza nuove infrastrutture, sicuramente necessarie per il nostro territorio ma con tempi medio-lunghi di realizzazione, quanto invece l’utilizzo delle cosiddette aree industriali retroportuali che sono necessarie per l’agroalimentare e prodotti dell’High tech, oltre che del mobile imbottito, nel caso del retroporto di Taranto–Potenza–Matera–Lecce riferita all’Area Vasta Taranto–Basilicata–Puglia meridionale e nel caso di Salerno le attività si concentrerebbero sempre nella filiera dell’agroalimentare/agroindustria riferita all’Area Vasta di Salerno-Benevento-Basilicata-Alta Calabria”.
“Nel nostro Paese come evidenziano i ricercatori della Svimez – aggiunge Castelluccio – manca una cultura che intenda la logistica come un settore che produce ricchezza, attraverso attività di trasformazione dei prodotti a vari livelli, come magazzinaggio, assemblaggio, controllo qualità, etichettatura, confezionamento, imballaggio, ecc. . Mentre queste attività possono arrivare a incidere sul prezzo del prodotto finale, in alcuni casi, fino al 70 per cento. A differenza di altri Paesi, in Italia il costo della logistica è superiore all’11 per cento della media europea; questo perché la stragrande maggioranza delle Piccole e medie imprese italiane non ricorre a servizi di questo tipo e si limita a non curarsi del prodotto una volta esportato. Mentre sviluppare servizi e filiere logistiche nei retroporti, specialmente nel Mezzogiorno, permetterebbe di sfruttare meglio il vantaggio geografico del nostro Paese, al centro delle direttrici internazionali tra l’Europa e l’Africa, e tra il Mediterraneo e l’Estremo Oriente. Di qui – sottolinea il consigliere di Forza Italia – l’intuizione della Svimez: le aree industriali dismesse da oltre venti anni e inserite nei retroporti dovrebbero essere sottoposte a interventi di bonifica e a riconversione in strutture logistiche per la trasformazione delle merci e per servizi di sostegno all’export. Ad esempio, prodotti semilavorati, giunti in porto in container, potrebbero essere sottoposti a lavorazioni finali quali: assemblaggio; fissaggio; controlli qualità; imballaggio; etichettatura”.
Servono – continua Castelluccio – una ‘logica di sistema’ e un’azione strutturale di medio-lungo periodo fondata su quattro direttive: rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un’ottica mediterranea, valorizzazione del patrimonio culturale. E credo che l’appuntamento con il Presidente del Consiglio Gentiloni a Matera lunedì prossimo – conclude – non possa avere nulla di formale. Intanto si faccia un punto sulle risorse finanziarie impegnate per il Patto Basilicata e per Matera 2019 e, sempre in tema infrastrutture, si chiarisca una volta per tutte i progetti ferrovia e aeroporto di Pisticci.
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