FEMCA CISL DENUNCIA: “CAOS ORGANIZZATIVO IN ACQUEDOTTO LUCANO”

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Il segretario generale Francesco Carella contesta l’ennesimo piano di riorganizzazione e chiede alla politica di fare un passo indietro per il bene dell’azienda
Potenza, 6 aprile 2017 – La Femca Cisl contesta il nuovo piano di riorganizzazione presentato da Acquedotto Lucano. “Il piano fa acqua da tutte le parti”, spiega il segretario generale Francesco Carella, aggiungendo che “in Acquedotto Lucano da troppo tempo si naviga a vista, ne sono la dimostrazione i cinque piani industriali presentati in cinque anni e addirittura tre nell’ultimo anno. Siamo di fronte a una situazione gestionale che è diventata insostenibile e mortificante per i lavoratori”.
Per la sigla sindacale “il nuovo modello organizzativo consentirebbe la possibilità ad alcuni dipendenti privilegiati di poter fare il doppio e triplo salto economico e normativo senza tenere conto delle competenze, dei meriti, delle professionalità consolidate, dei trascorsi lavorativi e dei rispettivi curriculum. I vertici di Acquedotto Lucano vorrebbero adottare una sorta di schema a ‘piramide capovolta’ – continua Carella – andando a ledere i diritti e le aspettative di quei lavoratori che con abnegazione, responsabilità e sacrifici hanno cercato di portare acqua al mulino di Acquedotto Lucano”.
In un documento la Femca Cisl denuncia una situazione di totale caos, “con molti dipendenti che vengono destinati alle più disparate e inspiegabili attività che nulla hanno a che fare con i loro profili. Per non parlare del continuo avvicendamento di dirigenti che puntualmente, al loro insediamento stravolgono, l’operatività degli uffici, a tutto svantaggio dell’efficacia e dell’efficienza dell’azienda e della qualità ed economicità del servizio offerto ai cittadini”. Per il segretario Carella “la situazione in Acquedotto Lucano è figlia di una visione politica miope che rischia di strozzare ogni prospettiva di crescita della società. Acquedotto Lucano avrà un futuro solo sarà in grado di valorizzare il merito e le sue professionalità e se terrà fuori la politica dalle strategie aziendali”.

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