Venerdì 17 dicembre – la graphic novel Dron3pooLs3lv4 per Holm Festival alle Officine Culturali Ergot di Lecce

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Alle Officine Culturali Ergot di Lecce prosegue il ricco programma della seconda edizione del festival “Holm! Editoria e disegno“, sostenuto dalla Regione Puglia nel Programma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo e, tramite il Teatro Pubblico Pugliese, nella programmazione Custodiamo la cultura in Puglia, realizzato in collaborazione con Coolclub, Cluster 8, Museo dell’alto Tavoliere, Lecce Film Fest, Terra del fuoco mediterranea con il patrocinio del Comune di Lecce.

Venerdì 17 alle 21 
sarà presentata la graphic novel Dron3pooLs3lv4 (Edizioni Ergot). Un viaggio per immagini nella distopia di una Chernobil contemporanea disegnata su due fronti dalle mani di Sasori Komomo e Nessuno Niemand. «Non ti fa paura quel fuoco che non si spegne mai. Un suono fluorescente ti chiama. Non sei un turista, non più. Non appartieni a nessun luogo. Ora, anche per te, esiste solo la zona rossa. Qui, tra gli alberi e le macerie, sarai un sorriso senza corpo. Benvenuto nella Dron3pooLs3lv4», si legge nelle note di coperina. Sasori Komomo (Federica Talò) illustratrice classe 1987, inizia il suo percorso in Spagna nel 2008 insieme al suo compagno Nessuno Niemand (Francesco D’apolito) condividendone l’immaginario, la passione per il bianco e nero e sperimentanndo tecniche di stampa manuale e forme di mixed media. La coppia di artisti differenzia le proprie tecniche dopo aver viaggiato e sperimentato. Lei attualmente effettua tatuaggi e continua a realizzare workshop e lavori visionari mentre lui costruisce macchine sonore abbinate ai quadri e a immagini in movimento. Il volume ha una colonna sonora, realizzata appositamente da Lohacker, disponibile online.

«Il numero di volte in cui un evento periodico si ripete è un incidenza, se accade all’interno di un solo secondo è l’hertz. Che sia unità di misura elettromagnetica o altro di replicabile/espandibile nello spazio tempo, non risulta sempre distinguibile, si auto-cripta normalizzando la percezione che di esso ne ha l’uomo. Dron3pooLs3lv4 non disambigua questa possibilità, convoglia al centro di un caos primordiale e autogenerativo bagliori fluorescenti e remoti woodpecker che, ad un tratto, affiorano dalla superficie paludosa del passato, interferendo con le comunicazioni radio di tutto il pianeta», sottolinea Lara Gigante nell’introduzione. «E lo fa circolarmente, dall’inizio alla fine, a quattro mani e due mine, quelle di Sasori Komomo e Nessuno Niemand in un’operazione palindroma che pur seguendo una traccia cronologica lineare di fatti che connettono la centrale nucleare di Chernobyl al 2037, rompe la metrica narrativa e dilaga come onde sonore,  la truculenza del nero su bianco e il suo inverso. Ideata nel 2019, anno ormai equivalente ad un a.c. del corpo pandemico poi esploso, l’opera procede nelle tavole anticipando questioni apocalittiche come rischio di contaminazione, isolamento, zona rossa. Segnali e anomali che i due illustratori hanno decriptato sintonizzando le frequenze percettive delle loro visioni, all’interno della reale transizione ambientale, trasfigurandola poi in immagini propaganti e tentacolari. Analogica come i segnali radio da cui è attraversata, l’opera spezza la metrica di una narrazione lineare e procede esasperando il segno doppiato su due livelli, fino alla congiuntura che inverte cielo e terra, inferi e atmosfera, il sopra e il sotto. Le tavole, alcune speculari e riflesse come su una superficie d’acqua, si deformano l’una nell’altra, traguardando corpi – quelli della comunità dei Loc4lz, turisti stabilitisi nella “zona”di Prypjat e isolati dalle autorità – e si scontrano con bagliori fluorescenti che propagano nuova e intensa radioattività», prosegue. «È la selva, la “foresta che pensa”, che il perturbante linguaggio degli autori, focalizzati da sempre su assemblaggi naturali e post-umani ridisegnati attraverso una rete tecno-scientifica, traduce un nuovo corpo politico in un’intelligenza unitaria, semi-naturale in grado di assorbire l’uomo e mutarlo, laddove non lo estingue. È il suono interferente, il segnale da cogliere, gorgoglia – come il dio cieco e ottuso Azathoth –  simile solo a se stesso e al suo rovescio -loopool-  al centro dell’area comunicando con lo spazio e propagando il woodpecker ricomparso, al centro di una ghiandola pineale cosmica. Circolare semanticamente va, procede, si srotola ouroboros sonoro a ingoiare la sua stessa coda per ricominciare, disturba e comunica: “qui tra gli alberi e le macerie, sarai un sorriso senza corpo”».

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