Lettera di Roberto Stabile

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Cari Amici Lucani,
Ho accettato questo incarico in Basilicata con molta umiltà e voglia di capire e di fare, ho messo poi la mia esperienza e rete di contatti a disposizione del territorio, ho condiviso, insieme agli altri consiglieri, un progetto strategico di rilancio pluriennale di questo bel territorio, una visione.Trascorso un anno dalla mia nomina, come le fondamenta gettate, dovrei essere qui a elencare le attività svolte, i progetti completati e quelli avviati, i risultati conseguiti, ma purtroppo non è così.
Non sono mancati l’impegno e la volontà da parte mia e degli altri Componenti del Consiglio di Amministrazione della Lucana Film Commission, impegno dispiegato con passione, convinzione e determinazione, anche trascurando altri impegni lavorativi e senza richiedere alcuna remunerazione, nemmeno un rimborso spese. La volontà strenua di far quadrare il bilancio mi ha spinto anche, finché i conti non fossero soddisfacenti e l’attività avviata solidamente e senza ingerenze, ad assumere – sempre gratuitamente – l’incarico di direttore.
Moltissimo tempo ed energie sono stati dedicati a far ripartire la Fondazione, lasciata per troppo tempo in una fase di stallo/abbandono, completando molti adempimenti amministrativi, noiosi ma necessari, per assicurare il corretto funzionamento e soprattutto la trasparenza che un ente pubblico deve sempre avere. Adempimenti che hanno visto il dispiegarsi della grande dedizione da parte dei consiglieri e dei professionisti coinvolti. Messe le fondamenta, ci siamo dunque finalmente potuti dedicare al Piano delle Attività.
L’idea, la visione appunto, era quella di trasformare un ente paludato e autoreferenziale in una agenzia snella, in grado di erogare agilmente servizi agli operatori, locali ed esteri, pronta ad accogliere le grandi produzioni internazionali e ad accompagnare sul mercato globale i piccoli operatori locali. Un ente capace di erogare formazione professionale e contatti di alta gamma, e di garantire così la massima ricaduta sui lavoratori e le imprese del territorio. Abbiamo avviato la collaborazione con la Casa delle Tecnologie di Matera, per creare un hub di riferimento e avanguardia per l’industria della animazione, avevamo aperto un’interlocuzione con Cinecittà per aprire degli Studi in Basilicata, e abbiamo ispirato e favorito la creazione della Casa del Cinema di Matera. Abbiamo sottoscritto un accordo quadro con tutti i GAL della Basilicata, avviato un progetto di collaborazione con le Film Commission confinanti per creare una macro area del sud che aveva destato grande interesse e, lasciatemelo dire con un sorriso, un qualche “allarme” tra le maggiori Film Commission nazionali. Avevamo in mente tutta una serie di azioni per supportare i festival locali e garantire la presenza della Lucania nei principali Festival internazionali, volevamo fortemente sostenere e rilanciare a livello nazionale, la preziosissima Cineteca lucana, vero patrimonio e custode della memoria di tutta l’industria nazionale cinematografica e audiovisiva. Abbiamo elaborato una serie di progetti dedicati ai giovani, alle donne, con l’idea di fare formazione, organizzare borse di studio, ma sempre con il fine di garantire sbocchi lavorativi sul territorio. Avevamo in programma dì concentrare lo sforzo economico annuale con bandi a supporto di 2/3 grandi produzioni internazionali/nazionali e di tutta una serie di più piccoli bandi mirati all’industria locale. Abbiamo offerto alla Regione di supportarli nella attribuzione dei fondi che ogni anno, gestiscono, o meglio dovrebbero gestire, per la Cultura, ci siamo offerti di diventare Ente intermedio e addirittura assorbire nelle fila della Fondazione il personale stesso della regione il cui bagaglio di esperienze è stato poi vanificato, spostando tali esperti ad occuparsi di altri settori.
Sarebbe ancora lungo l’elenco delle attività previste nel nostro Piano, che comunque non richiedeva alcuno sforzo economico aggiuntivo, perché era basato solo sul contenimento dei costi, e mi sia concesso, sulla abolizione degli sprechi e sulla ottimizzazione delle risorse, elaborata con tutti i membri del CdA che, con grande competenza e diverse esperienze si sono spesi con impegno e dedizione, ma soprattutto con entusiasmo, credendoci veramente.
Siamo comunque riusciti a portare in Basilicata, la prima edizione dell’Audiovisual Producers Summit, un vero miracolo, organizzato in piena pandemia: il Mondo era chiuso e noi eravamo in zona rossa. Evento che ha registrato la presenza dei top player dell’industria americana, europea e italiana a Matera, finalmente proposta, non come set, bellissima location muta, ma come sede del primo “pensatoio” delle menti dell’industria audiovisiva internazionale, una Cernobbio dell’audiovisivo, luogo dove incontrarsi per discutere degli andamenti del mercato, elaborare nuove strategie e cavalcare l’onda della evoluzione anziché subirne le conseguenze. Il tutto finanziato per la maggior parte con fondi nazionali e internazionali. Si dovrà tristemente rinunciare alla seconda edizione annunciata a Matera il prossimo luglio, già dotata dì budget autonomo. Così come a quelle previste con l’India per il 2022 e con la Cina per il 2023.
Siamo riusciti a restituire a Matera parte di quello che ha regalato alle varie produzioni nazionali ed estere, organizzando la anteprima nazionale dell’ultimo 007 No time to die, film che per la prima volta ha visto Matera sul grande schermo, interprete di sé stessa. Ci stavamo preparando a far fronte alle nuove richieste di servizi, che sicuramente arriveranno dopo il successo di 007 nel Mondo.
Per mesi abbiamo lottato per ottenere dalla Regione la approvazione del Piano delle Attività, del Bilancio, mi ripeto, che non richiedeva alcuno sforzo o elargizione di somme diverse dal passato, e del Piano assunzioni, la Fondazione ancora oggi conta su zero dipendenti, nonostante abbia 2 sedi, neanche una segreteria che possa accogliere le richieste, rispondere al telefono o alle mail. Ho denunciato la situazione presso tutti gli organismi preposti, in tutte le sedi istituzionali e poi sulla stampa locale, senza mai ottenere concrete risposte, se non promesse che hanno poi portato alla approvazione del Piano attività e bilanci quando non c’erano più i tempi tecnici per indire i relativi Bandi, unica modalità corretta e trasparente per gestire il denaro pubblico, e soprattutto senza ancora approvare il Piano assunzioni, e quindi privando di fatto la Fondazione del personale necessario a svolgere le attività, ho ritenuto normale, anzi doveroso, rispondere in modo sincero ad alcune domande nell’ambito di un articolo di indagine da parte di un quotidiano nazionale, limitandomi alla fotografia della realtà.
La cosa ha scatenato le ire della politica locale, finalmente coesa e unita come mai prima, e mi sono trovato di fronte ad un vero plotone di esecuzione nel Consiglio Generale, solo per avere raccontato dei fatti, e per non averli poi smentiti. In realtà, chi mi accusava, avrebbe avuto gioco facile, se dalla parte della ragione, a dimostrare la infondatezza delle mie affermazioni, cosa non avvenuta. Lascio quindi la libera valutazione a chi legge.
Non ritengo sia elegante, né la sede giusta, per elencare le varie pressioni ricevute, in modo più o meno diretto, per fare assunzioni o supportare progetti in modalità dirette e non del tutto trasparenti, tutte respinte al mittente sia dal sottoscritto che dagli altri consiglieri. Sono stato accusato di aver offeso e danneggiato l’intera comunità lucana e aver arrecato un grave danno di immagine alla regione, cosa che non mi sembra veritiera stante la mole di attestati dì stima e coro di solidarietà che ho ricevuto in questi giorni, da tutte le parti sociali e politiche, sono veramente toccato fino alle commozione e ringrazio tutti, scusandomi comunque qualora vi sia anche un solo lucano offeso da quanto io abbia dichiarato, in totale buona fede e con il solo fine di stimolare le forze politiche a compiere il loro dovere.
Quello che ho subito in Consiglio generale, da parte di tutti i soci, escluso il Presidente della Provincia di Potenza – perché assente – guidati dal rappresentante della Regione – il Capo di Gabinetto – in sprezzo dello Statuto e delle vigenti leggi, sì che infanga l’immagine alla Regione e alla popolazione lucana, oltre che creare grave nocumento alla immagine e reputazione, a livello locale, nazionale e internazionale al sottoscritto.
Rassicuro i cittadini lucani, che, anche in questo caso, non chiederò alcun risarcimento per i danni, perché non pagherebbero i responsabili, ma i cittadini stessi. Non sono stato “revocato” o licenziato, solo nei regimi di epoca sovietica poteva succedere, né passato per le armi come potrebbe accadere ancora oggi in Corea del Nord, sono io che me ne vado, constatato che, il Progetto e la visione, approvati dai soci fondatori, in realtà non sono di loro interesse e non c’è alcuna volontà di farli realizzare. 
Me ne vado soprattutto perché ho perso la fiducia in coloro i quali mi hanno nominato e dovrebbero supportare e guidare il mio operato, me ne vado perché credo nella libertà di pensiero, nella libertà dì stampa, credo nel rispetto delle regole, degli statuti, delle leggi, me ne vado perché non ho nessuna intenzione di tenere la Fondazione paralizzata per i prossimi tre anni che restano prima di esaurire il mio mandato. Me ne vado perché dico sempre quello che penso e farò sempre quello che dico.
Come dicevo all’inizio, sono entrato nel vostro territorio in punta di piedi e a testa bassa, me ne vado a testa alta, fiero come un vero lucano, ma con il dolore nel cuore per non poter realizzare quanto avevo promesso in Basilicata, anche io costretto a emigrare. Ho speso tempo, energie e risorse, anche economiche, me ne vado arricchito, molto arricchito e rivivrei nuovamente questa esperienza cento volte, ho conosciuto una terra fantastica e una popolazione meravigliosa, quei pochi esseri mediocri incontrati, hanno solo concimato il mio amore per la Basilicata, da oggi c’è un lucano in più in giro per il mondo: grazie a tutti, il mio cuore rimane lì, mentre io me ne vado.
Ciao Basilicata, ciao amici Lucani, non è un addio ma un arrivederci. 
Con affetto, stima e profonda gratitudine.
Roberto Stabile.

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