Locomotiva in perdurante ritardo rispetto al programma Gol e al rafforzamento dei centri per l’impiego,ma la responsabilità non è dei lavoratori

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 L’Arlab rischia di essere una locomotiva in perdurante ritardo rispetto alle opportunità offerte dal programma Gol e dallo stesso piano di rafforzamento dei centri per l’impiego a tutt’oggi non decollato. Ma questo non è certo addebitabile ai lavoratori come certa stampa ha provato a fare nei giorni scorsi. Si tratta di lavoratori che si trovano a fronteggiare ormai da anni tutte le fasi di transizione nelle quali è incorsa questa agenzia e che ogni giorno come si trovano a sopperire, con l’esiguo personale rimasto, al carico di lavoro in capo all’agenzia, il cui impegno per mole di progetti e per presenza sul territorio, la connota come riferimento per i cittadini all’interno delle politiche del lavoro e del sistema di welfare. 

I centri per l’impiego sono poi al collasso in quanto solo di recente (novembre) è stato finalmente approvato il piano dei fabbisogni che prevede il reclutamento di circa 200 unità a tempo indeterminato, mentre contestualmente i 31 navigator impiegati nella nostra regione vedranno scadere il loro contratto il 31 dicembre.

Un attacco ingiusto ai lavoratori dell’ Arlab e dei centri per l’impiego, la cui professionalità è composta da avvocati, assistenti sociali, psicologi, sociologi, laureati in lingue, in economia, progettisti, orientatori, tecnici multimediali, formatori, che ancora non hanno percepito neanche il salario accessorio relativo all’anno 2019.
Bisognerebbe avere piena consapevolezza e conoscenza di ciò che accade nelle nostre pubbliche amministrazioni e piuttosto che parlare di zavorre denunciare quell’immobilismo politico che ha tenuto in ostaggio sino ad oggi un ente essenziale negli interventi di sostegno al lavoro nella nostra regione.

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