CHIAMARLI LAVORI A REGOLA D’ARTE E’ POCO RISPETTOSO DELLA REGOLA D’ARTE!

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Spinto dalla curiosità, ho voluto, stamattina, verificare come la ditta del geom. Mario Petracca intendesse risolvere il problema relativo alla sistemazione dei chiusini, tombini e pozzetti, integralmente coperti dallo strato di asfalto, posto in opera su alcune strade del comune di Pisticci nei giorni scorsi. Recatomi quindi nella zona del “Ponte” ho constatato la presenza di un gruppo di lavoratori impegnati nella individuazione, nello scavo e nella messa in quota dei pozzetti e chiusini anzidetti e la domanda – se ritenessero che l’idea di sistemare i pozzetti dopo averli ricoperti con uno spesso strato di bitume, rispondesse o meno alla regola d’arte, rispetto alla soluzione che prevedeva una sistemazione della quota dei medesimi prima che si ponesse in opera l’asfalto, – non ha ottenuto alcuna risposta. Ma, le scienze che studiano il comportamento umano, ci insegnano che, in alcune circostanze, risulta più eloquente la comunicazione extra verbale di quella verbale. E vi assicuro che ciò che traspariva dai volti dei lavoratori, faceva presumere che probabilmente quei lavori avrebbero dovuto farsi in tempi e con tecniche diverse. Ora, al di là del parere dei lavoratori, ritengo che per bollare i lavori di cui trattasi come “NON ESEGUITI A PERFETTA REGOLA D’ARTE”, non ci voglia una laurea in ingegneria con specializzazione in tecniche costruttive, ma semplicemente un piccolo bagaglio di conoscenze tecniche e, soprattutto, un minimo di buon senso. Infatti se prima copri con l’asfalto e poi procedi con l’individuazione, se non hai una mappa puntuale dei chiusini e pozzetti corri il rischio nonostante l’uso del georadar di dimenticarne qualcuno, dovendo, poi, intercettare con uno scavo il chiusino annegato nell’asfalto, per quanto lo scavo medesimo possa essere a sezione ridotta, deve essere, per ovvie ragioni, sempre più grande della superficie di ingombro del pozzetto che, a questo punto, perché il lavoro possa dirsi “a regola d’arte” deve essere necessariamente fissato con altro bitume. Invero, se i pozzetti ed i chiusini, dopo che li hai portati alla giusta quota, li fissi con un anello di cemento di diversi centimetri, commetti un grave errore tecnico che ti costringerà, nel giro di poco tempo, ad onerosi interventi di ripristino. Caro geom. Petracca, forse ti sono sfuggite alcune nozioni relative alle caratteristiche chimico-fisiche dei materiali, visto che nella sistemazione dei chiusini e pozzetti di cui trattasi, non hai considerato che il cemento presenta un coefficiente di dilatazione termica molto diverso da quello del bitume. Risultato? Nel giro di poco tempo l’anello di cemento si spaccherà, si verificheranno infiltrazioni di acqua piovana, i pozzetti ed i tombini perderanno di stabilità e si dovrà intervenire con lavori di ripristino, alla faccia della “regola d’arte”. Da cittadino, però, mi pongo anche un altro problema: che fine ha fatto l’assessore grillino ai lavori pubblici, ing. Nicola D’Onofrio? O per lui vale il detto: non c’era e se c’era, dormiva? Ritiene, o meno, questo signore, di avere voce in capitolo circa quanto testé esposto? E’ questa l’ennesima dimostrazione della sciatteria amministrativa della giunta grillina?

Francesco Di Benedetto Commissario politico cittadino di “Fratelli d’Italia”

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