Zootecnia: Cia, è tempo di realizzare il distretto regionale per la sostenibilità

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Zootecnia: Cia, è tempo di realizzare il distretto regionale per la sostenibilità
Nonostante il settore zootecnico sia strategico per l’economia nazionale e regionale, con un
fatturato di 40 miliardi di euro e 270 mila imprese coinvolte tra produzione e trasformazione, e
sebbene abbia compiuto enormi passi avanti sulla strada della sostenibilità, arrivando a pesare
appena il 5,2% sul totale delle emissioni di CO2 che si riversano sull’ambiente, deve ancora
difendersi da visioni allarmistiche e messaggi fuorvianti non suffragati dai dati che incidono
negativamente sulla filiera e sui consumatori. Gli allevatori, invece, sono pronti a cogliere la sfida
del Green Deal europeo: chiedono solo strumenti e risorse adeguate per affrontare la transizione
verde puntando su innovazione, ricerca e nuove tecnologie, con l’obiettivo di impattare sempre
meno sul clima, ma tutelando al contempo competitività, reddito e qualità. Questo il messaggio
chiave lanciato da Cia-Agricoltori nel corso del webinar “Allevamenti bovini e transizione
ecologica”, che si è tenuto in un’azienda specializzata proprio nell’allevamento di bovini
Tanti sono gli elementi che hanno concorso negli anni a rendere la zootecnia sempre
più sostenibile: dalla gestione degli allevamenti basata sul benessere animale alla riduzione
dell’uso di antibiotici; dai programmi di selezione genetica, con le nuove possibilità offerte dalla
genomica, all’alimentazione su misura e “di precisione”. Grazie all’aumento delle conoscenze
scientifiche, oggi è possibile definire con accuratezza i fabbisogni nutrizionali degli animali, con
l’effetto positivo di ridurre sia gli sprechi che le escrezioni di azoto -sottolinea Cia-. Sempre per
limitare l’impatto ambientale, la zootecnia sta adottando il modello di economia circolare: dal
campo al foraggio, dal foraggio all’alimentazione, dalle deiezioni animali ancora al campo, oppure
alla produzione di energia tramite impianti di biogas.
In questo contesto la Cia Basilicata ripropone la definizione del distretto regionale per la
sostenibilità e l’innovazione agro-alimentare, zootecnico e silvo-forestale. Si tratta di una struttura
che deve avere fra i principali compiti quello di intercettare i benefici delle bio-attività,
dell’economia verde e sostenibile, che in raccordo con la Regione Basilicata dovrà sovraintendere
alla banca/registro dei crediti ambientali e di carbonio, a tutti i processi di riconversione e bonifica
degli areali degradati, oltre che alla valorizzare le aree marginali con investimenti nel campo della
chimica verde e nelle produzioni no-food, certificando i processi produttivi virtuosi che dobbiamo
realizzare nell’ambito delle nuove politiche agricole dell’UE a partire dal New green deal passando
al Farm to fork e agli eco-schemi.
In relazione al settore zootecnico- evidenzia Cia – ritorna in modo preponderante il tema del
benessere animale e degli allevamenti sostenibili che chiede l’UE e ancor più i consumatori e le
famiglie Italiane. Di qui l’inderogabile dovere di ricostruire e ridefinire il piano zootecnico e
allevatoriale della Basilicata che deve rappresentare l’ulteriore strumento di pianificazione delle
attività agro-zootecniche. Tale strumento di programmazione produttiva deve essere finalizzato a
dare organicità alle politiche e ai progetti allevatoriali declinando in modo sistemico tematiche
quali quelle della filiera vacca-vitello, quella della suinicoltura e avi-caprina ripartendo dalla
genetica animale e passando alle razze autoctone e ai sistemi di approvvigionamento e
alimentazione. Uno strumento capace di declinare sia le esigenze produttive degli allevamenti
intensivi e semi-intensivi della Basilicata, sia quelli estensivi e allo stato brado, partendo dai dati
dell’attuale situazione: il patrimonio zootecnico della Basilicata conta circa 5.000 aziende ed un
patrimonio di oltre 600.000 capi, di cui 300.000 ovi-caprini, circa 100.000 capi bovini e il resto
ripartito fra il settore suinicolo, avicoltura e cunicolo e settori minori.
“La sfida green vogliamo giocarla da protagonisti -ha ribadito il presidente nazionale di Cia, Dino
Scanavino- continuando a migliorare la qualità e la sostenibilità dei nostri allevamenti grazie alle
nuove tecnologie, ma con una visione dell’agricoltura che tutela l’ambiente senza penalizzare la
produzione”. A tal fine, “bisogna identificare gli strumenti finanziari adeguati per sostenere
economicamente gli allevatori che avranno bisogno di nuovi investimenti, sia strutturali che
tecnologici, ad esempio per una migliore gestione e valorizzazione dei reflui zootecnici, così come
per la produzione di energie rinnovabili. In questo senso -ha concluso Scanavino- l’adozione di
incentivi e premialità agli allevatori per il sostegno agli investimenti nel settore, nell’ambito dei
piani dello sviluppo rurale e della nuova Pac, potrebbe essere molto efficace. Una spinta
necessaria affinché il settore zootecnico centri pienamente la sfida del Green Deal”.

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