PISTICCI. L’ECCIDIO DEL 21 APRILE 1921 RICORDATO DAGLI STORICI CONIGLIO E D’ANGELLA

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PISTICCI. Sono ormai trascorsi oltre cento anni da quei tragici eventi del 21 aprile 1920. Un episodio
delittuoso, che pochi conoscono e che si svolse in piazza Plebiscito dove un decennio dopo doveva sorgere
la nuova chiesa del santo protettore della città, San Rocco, che da allora ha dato il nome a quello spazio
pubblico. Il tutto – come ci ricorda lo storico Giuseppe Coniglio nel suo preciso lavoro “ L’eccidio di Pisticci
21 aprile 1920”– si svolse nella mattinata di quel giorno dove erano scoppiati gravi tumulti alla base della
protesta contro il carovita e lo sconsiderato aumento della tasse. Due le vittime, Carlo Scazzarriello e
Vincenzo Glinni entrambi annoverati tra i fondatori della sezione nazionalista di Pisticci. Da parte sua,
l’altro storiografo pisticcese il prof. Berardino D’Angella in una sua recente pubblicazione “Alessandro
Bruni e la Società pisticcese”, scrive che “Scazzarriello, affacciato al muretto fu colpito alla testa da una
pallottola durante uno sciopero”. Coniglio riporta poi un articolo del 23 aprile di quell’anno, del Corriere
Milanese in cu, tra l’altro, i si leggeva: “ A Pisticci vari lavoratori venuti a conoscenza che l’autorità di PS
aveva proceduto all’arresto di coloro che si erano recati a minacciare i non aderenti ad uno sciopero di
protesta, si diressero alla Caserma dei carabinieri chiedendo il loro rilascio. Cominciò così una sassaiola che
ferì il regio commissario, il tenente dei Carabinieri e cinque militari. Vennero anche esplosi colpi di arma da
fuoco . Persero la vita due persone e ferite altre tredici”. I responsabili dell’eccidio non furono mai
individuati e Coniglio riferisce che nei giorni successivi ai tumulti, vi fu anche una interrogazione
parlamentare che evidentemente non portò a individuare chi effettivamente aveva premuto il grilletto.
E’ chiaro che alla base dei tumulti vi era un diffuso stato di malessere nella popolazione pisticcese, che
per l’occasione scendeva in piazza e chiedeva migliori condizioni di vita e soprattutto lavoro per i tanti e
sempre più disoccupati della città. A riportare la calma – spiega ancora Coniglio – fu dato l’incarico al
Commissario prefettizio cittadino Egidio Miadonna che per l’occasione, affrontò una missione difficile che
lo stesso “svolse con tatto e moderazione”. Un grave episodio – aggiungiamo noi – passato un
po’ nel dimenticatoio e che, proprio grazie ai due storici pisticcesi Giuseppe Coniglio e Berardino
D’Angella viene ricordato a distanza di oltre un secolo da quando si svolsero i fatti.

MICHELE SELVAGGI

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