LA NOSTRA LETTERATURA. DA ABBRUZZESE A ZUMPAVADDUN: TOPONIMI E COGNOMI PISTICCESI IL LIBRO DI DINO D’ANGELLA

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PISTICCI. Che effetto fa, vedere pubblicato su un libro, il proprio cognome ? Sicuramente è cosa piacevole che tanti ancora non hanno provato? Dalla A alla Z. La nostra letteratura questa volta si sofferma appunto, su un interessante  volume che tanti ancora non conoscono e che tocca direttamente, in gran parte i nomi che ci appartengono. Opera “speciale” a cui finora nessuno aveva pensato ed in cui ciascuno di noi, se avrà il piacere di sfogliarlo,  troverà  qualcosa che lo riguarda da vicino. Lavoro utile e prezioso apprezzato soprattutto, per la meticolosità  con cui lo stesso è stato affrontato e che comunque in pratica racconta un po’ la  storia della nostra comunità, attraverso  cognomi, nomi, località, professioni, episodi di vita vissuta, profilo umano di personaggi, il tutto arricchito anche da una nutrita documentazione fotografica, la cui ricchezza di contenuti, attraverso le sue oltre 200 pagine in bella veste topografica (Edizioni IMD Lucana), conferisce allo stesso, le connotazioni della dinamicità e della completezza. “Toponimi e  cognomi pisticcesi”, questo appunto, il titolo del  recente volume, scritto dallo storico  pisticcese, il prof. Berardino ( Dino per gli amici) D’Angella, che  con questa opera  aggiunge un prezioso tassello alla sua  già ricca e variegata bibliografia. Dalla A alla Z quindi, partendo da  “Abbruzzese” e fino a “Zumpavaddun”, circa 700 – 800 tra cognomi e soprannomi citati. Lavoro attento, preciso e simpaticamente piacevole che, come spiega l’autore “ va ad integrare  in parte il “Vocabolario del dialetto pisticcese” e il “Saggio storico sulla città di Pisticci”, nonché le opere di Giuseppe Coniglio e Cesare Spani. Cerca – aggiunge D’Angella – di colmare una lacuna nel campo della toponomastica e, al tempo stesso, presenta i cognomi radicati nel nostro territorio. Indubbiamente, nonostante le buone intenzioni di chi scrive, risulterà una ricerca lacunosa in quanto i cognomi e soprannomi, si sono persi irrimediabilmente nel tempo e non hanno lasciato durevoli segni nella nostra comunità”.  Nel libro,  ci sono cognomi, tra quelli citati, che occupano  solo poche righe, altri, quelli piuttosto comuni  nella nostra città ( tipo Barbalinardo, D’Alessandro, D’Angella, D’Onofrio, Borraccia, Laviola, Leone, Viggiani, Panetta, Vena, Vitelli ) che  coprono più spazio tra le pagine del volume.  Ovviamente, come spiega lo stesso autore, “non tutti i cognomi e toponimi potevano essere riportati trattandosi  di un lavoro di microstoria, di tante storie particolari che messe insieme costituiscono un patrimonio collettivo.  E’ comunque vero – trovandoci d’accordo con l’autore – che “la grande storia, la storia elitaria ( fatta di re, grandi generali e di grandi battaglie) sta cedendo il posto alla microstoria – la storia delle piccole comunità e di “piccoli” personaggi”. Proprio come quella che, con straordinaria, razionale chiarezza e semplicità, ci ha saputo ben raccontare Dino D’Angella. MICHELE SELVAGGI

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