Dalla Peste alla Spagnola, il negazionista non manca mai

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La professoressa Lippi ci racconta come nei secoli tante pandemia sono state negate, talvolta per motivi politici. “Mentalmente è un meccanismo di difesa”, spiegano gli psicologi Eve e Mark Whitmore.

peste

I negazionisti non sono un prodotto della contemporaneità. Dalla Peste alla Spagnola, il meccanismo psicologico del rifiuto della realtà è arrivato sino in epoca Covid. Sebbene il mondo conti ormai 50.030.121 casi confermati dall’inizio della pandemia e 1.252.072 morti (dati aggiornati al 9 novembre), infatti, è evidente che esistano persone che, più o meno velatamente, neghino l’esistenza del Coronavirus. I “negazionisti”, come abbiamo imparato a chiamarli, attribuiscono a complotti di vario tipo il panico generale e l’allerta mondiale scatenati dalla pandemia, rifiutando di fatto di riconoscere e accettare l’esistenza del problema. Le cause che, a loro avviso, spiegherebbero l’origine del complotto sono diverse: un’operazione pianificata dai “poteri forti” con la complicità delle forze politiche per imporre un regime di sorveglianza autoritario; la creazione del virus in maniera artificiale in un laboratorio di Wuhan; le reti 5G che indebolirebbero il nostro sistema immunitario, rendendoci quindi più esposti al coronavirus e faciliterebbero la diffusione dei batteri; addirittura la complicità di Bill Gates nella fabbricazione in laboratorio del Covid 19 per poter speculare su un vaccino.

Ipotesi che a una mente “scientista”, propria cioè di chi ritiene come unico sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, possono sembrare quanto meno bizzarre e fantasiose, se non addirittura assurde e nocive. Grazie ai social network e alla velocità delle informazioni nell’epoca di internet, poi, la circolazione delle opinioni dei negazionisti del Covid (e prima di loro dei negazionisti dei cambiamenti climatici) ha avuto vita facile, permettendo la creazione di un fronte compatto e non così esiguo come si potrebbe pensare. A ben guardare, però, il rifiuto e la negazione di una pandemia non è tema dei nostri giorni, ma ha accompagnato l’uomo in ogni epoca. Le ragioni? Essenzialmente due: economiche e psicologiche.

I precedenti del negazionismo: la Spagnola, la Febbre Puerperale, la Peste

Donatella Lippi, professoressa di Storia della Medicina all’Università degli Studi di Firenze, ci ha raccontato che nei secoli sono state molte le malattie epidemiche ad essere state negate. “Uno dei casi andando a ritroso nel tempo, ad esempio, è quello della Spagnola” ci dice. “Non a caso la Spagnola si chiama così perché ne parlò soltanto la Spagna, unico Paese non belligerante, perché tutti gli altri Stati che erano impegnati nella Guerra del 1915-18 tacquero su questa malattia per non abbattere il morale dei soldati già provati e depressi per altre ragioni”. Ma non è l’unico caso. “Di poco precedente, il vaiolo e il colera in Calabria: il ministro Giolitti disse che si trattava di una febbre di altro tipo alla quale non bisognava prestare troppa attenzione”.

Ben più gravi, come sostiene la Professoressa, il caso della Febbre Puerperale e quello della Peste. “La Febbre Puerperale ammazzava tutte le donne che venivano ricoverate in ospedale per partorire: da una parte c’era Ignác Semmelweis, medico ungherese, che sosteneva che si trattasse di una febbre causata dalle particelle cadaveriche sulle mani dei medici, dall’altra parte gli altri medici sostenevano invece che, rimaste incinte da giovanissime, le donne portassero in grembo il seme della colpa o anche che la malattia fosse dovuta a sommovimenti tellurici. A Semmelweis nessuno ha creduto ed è morto, pazzo, di febbre puerperale”. Stessa cosa il colera: “Mario Adorno, uno scrittore del Sud, sosteneva che il colera fosse causato da un virus borbonico, per cui ci vedeva il complotto politico. Questo ci riconduce a tutte le condizioni della Pestis Manufacta, cioè della ricerca di chi è l’untore, della necessità di trovare la causa prossima del diffondersi dell’epidemia che di solito, in passato, veniva attribuita alle persone che vivevano nella marginalità sociale”.

https://www.huffingtonpost.it/entry/dalla-peste-alla-spagnola-il-negazionista-non-manca-mai_it_5fa92b93c5b623bfac51f7af?ref=fbpr&fbclid=IwAR1cTdUw007nDoevR2JvgGFM4mteixyr0bC7R6ykeSKFSCg0t-F84Xgvkts&fbclid=IwAR3mToMSyhDDMUYGGB6K524PIEmmGbUYGzPj_1tLjjXYZh-DkJJSLMy6ih4&fbclid=IwAR2Yf-tX1A_5Y8_r6LhU_XBVhO4zZcMB7ox7WrqakKFbdYj5cCWKRyOdgTE

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