Quarto: “50 anni di Regione Basilicata”

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“Praticamente cinquant’anni fa , parliamo del giugno 1970, con lo svolgimento delle prime elezioni delle quindici Regioni a Statuto ordinario in Italia si potè iniziare a parlare di Regioni e in senso compiuto di autonomia territoriale”. A ricordarlo il consigliere regionale di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto. “Nel caso specifico, la Basilicata – afferma Quarto – fu investita per la prima volta nella sua storia di una autonomia gestionale e funzionale per amministrare e governare il suo territorio. Oggi più che mai in un periodo contrassegnato dal dominio della fase pandemica, le Regioni costituiscono un punto di riferimento essenziale per l’intero territorio nazionale. Si avverte impellente e costante l’esigenza di dare piena e completa attuazione all’art.116 della Costituzione, improntato a rendere propositivi e al contempo realizzativi gli interessi dei cittadini. La Basilicata caratterizzata da una grande ricchezza di risorse vedi petrolio, acqua, turismo e tante altre deve riuscire a trovare gli strumenti legislativi per rendere funzionali queste ricchezze allo sviluppo del territorio e al benessere dei cittadini”. “Non dobbiamo certamente ispirarci o inebriarci – raccomanda Quarto – solo di uno sterile meridionalismo, ma capire effettivamente che la ricerca di una strada maestra imperniata su valori solidi ed obiettivi finisce con il costituire l’asse portante per dare risposte certe alle tante problematiche che ad oggi regnano nella nostra regione. La Basilicata in questi cinquanta anni è stata protagonista di un cambiamento epocale, radicale e partecipato. L’innalzamento del percorso culturale reso possibile dalla creazione dell’Università degli studi di Basilicata ha determinato l’evolversi di un sapere didattico abbinato a canoni di progettualità che hanno trovato terreno fertile nello sviluppo di una organizzazione diversa in ambito ambientale, con risvolti concreti e tangibili nei settori più importanti dell’economia regionale. Oggi grazie anche a realtà come la Fiat di Melfi abbiamo introdotto processi produttivi diversificati e distanti dall’economia tradizionale regionale di un tempo, basata esclusivamente sull’agricoltura e sulla pratica degli allevamenti”. “Tante poi – sottolinea Quarto – le attività culturali che hanno trovato il giusto fulcro realizzativo in Matera Capitale della Cultura 2019, evento senza precedenti per importanza e per la notorietà raggiunta dall’intera Regione a livello mondiale. Aver fatto conseguire alla nostra regione l’indiscussa fama di essere considerata meta turistica insostituibile per milioni di turisti costituisce per noi lucani e Materani in particolare un vanto da tramandare con spirito emulativo alle generazioni future. Una Regione la nostra, una comunità che malgrado momenti difficili e diciamo pure dalla portata drammatica come il terremoto del 1980 ha saputo reagire forte e compatta alle avversità, all’accanirsi della malasorte e rinascere più forte e fiera. Siamo riusciti come popolo laborioso a trarre linfa vitale, spinta sostenitrice dalle nostre tradizioni, dai nostri costumi, dai valori della nostra storia, ricca negli ultimi cinquant’anni di tanti episodi significativi”. “La mia memoria – dice Quarto – finisce con il ripercorrere e ricordare con ammirazione il movimento di grande partecipazione creato  nel 2003 a difesa della realtà di Scanzano, cittadina jonica il cui benessere ambientale era stato messo a dura a prova dalla creazione, di un deposito lì ubicato di rifiuti nucleari. In quella circostanza ho toccato con mano l’orgoglio, la voglia smoderata, la dignità di tutta la popolazione lucana di difendere la propria terra dalla speculare invasione di forze eversive, improntate alla sola realizzazione dei propri interessi. L’identità generalizzata di sentirsi uniti e di lottare ad oltranza ha costituito un ‘idem sentire’ dalla valenza quasi patriottica, riconducibile alla voglia di lottare per i propri ideali di matrice risorgimentale. L’importanza delle Regioni deve portarci ad analizzare il loro ruolo cruciale nello sviluppo dell’establishment dell’intera macchina statale. L’indubitabile aumento della spesa delle Regioni è imputabile poi, soprattutto, al nuovo ruolo istituzionale loro conferito e alle nuove competenze assunte. In primis la gestione e l’organizzazione della Sanità, ma anche dell’industria e del Trasporto pubblico locale. Importante considerare e valutare anche che vi sono oggi alcune materie nelle quali le Regioni hanno una potestà esclusiva, mentre in precedenza dovevano sottostare ai limiti normativi dello Stato”. “Per me – sostiene Quarto – figura politica espressione della società civile piace ricordare settori nevralgici per la nostra economia regionale come l’artigianato, l’agricoltura, il commercio, la formazione professionale, il turismo e l’ambiente, divenuti successivamente autonomi. In un’ ottica poi di profondo realismo, ritengo doveroso considerare anche che l’impennata delle spese regionali è dovuta anche ad un altro fattore, riscontrabile sia nelle regioni del Nord che in quelle del Sud come la nostra, ossia l’aumento dei costi socio-sanitari, determinato dall’invecchiamento della popolazione, ma anche dalle misure straordinarie  adottate per sostenere la popolazione straniera giunta numerosa nel nostro Paese nell’ultimo ventennio. Infatti possiamo parlare di dati che ci rappresentano una spesa cresciuta nell’ultimo decennio del 154 per cento in relazione all’assistenza sociale”. “Oggi, come rappresentanti politici dell’istituzione Regione, siamo chiamati  a credere nelle fondamenta di un regionalismo inquadrato come forma di Stato più consona ad una comunità politica organizzata nell’ambito di un processo di integrazione europea, nel quale i compiti dello Stato centrale crescono sul versante esterno, nelle negoziazioni internazionali e si riducono, rivolte alla predisposizione di visioni strategiche sul versante prettamente territoriale. Tanti auguri alle Regioni, quindi, alla Regione Basilicata in particolare, è il caso di dire cinquanta ma non li dimostra.  Giovane la nostra  Regione – conclude Quarto – nelle forze,  nello spirito e nella voglia di fare per continuare a dare un contributo fondamentale alla crescita del territorio, al suo sviluppo e al benessere dei suoi abitanti”.     

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