Bernalda: la maggioranza replica alla consigliera Caroli

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Una polemica a dir poco strumentale quella innescata da una consigliera di opposizione in occasione del Consiglio Comunale dello scorso 13 ottobre. 

La consigliera Caroli ha, infatti, richiesto la partecipazione da remoto a mezzo pec e, essendo assente da lungo tempo, ha persino inoltrato la richiesta tramite l’account del coniuge, non avendo mai ritirato le sue credenziali fornite dal Comune, come invece hanno fatto tutti gli altri consiglieri. 

Al di là della improvvisa richiesta di presenziare in remoto al Consiglio Comunale del 13 ottobre scorso, è difficile immaginare che la consigliera potesse partecipare in maniera produttiva alle vicende della nostra comunità, vivendo a centinaia di chilometri di distanza, non avendo accesso alla PEC assegnatale e, si presume, neanche al Protocollo (non avendo ritirato anche in questo caso le relative credenziali di accesso) e non avendo mai presenziato dopo l’elezione alle sedute dei consigli comunali, fatta eccezione per il primo consiglio di proclamazione.

Fatto sta che dopo un anno e mezzo di totale disinteresse, all’esito della seduta del 13 ottobre la consigliera ha inviato alla stampa un comunicato nel quale lamenta il mancato accoglimento delle sue richieste. 

È bene precisare che la legge le fornisce gli strumenti per poter essere presente, ma la consigliera si è ben guardata dall’usufruirne e da questo si evince chiaramente l’importanza che attribuisce al ruolo che ricopre e per il quale si è proposta alla comunità. Infatti, l’art. 79 comma 1’del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) consente “ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, componenti dei consigli comunali, di assentarsi dal servizio per il tempo strettamente necessario per la partecipazione a ciascuna seduta dei rispettivi consigli e per il raggiungimento del luogo del suo svolgimento”. 

La richiesta della consigliera Caroli di partecipare al consiglio da remoto – modalità, questa, largamente utilizzata in tempi di Covid, e che, in realtà, si stava già prendendo in considerazione vista la situazione precaria che stiamo vivendo – poco ha a che fare con il Covid, atteso che la stessa non ha mai esercitato questo diritto dal 17 marzo 2020, data di entrata in vigore del Decreto Legge citato nel suo comunicato stampa, salvo partire alla carica in occasione dello scorso consiglio comunale. 

È il caso di evidenziare anche che le disposizioni del D. L. 17/03/20 n. 18 art. 73 comma 1 non fanno riferimento ad un caso singolo, ma all’intero consiglio comunale. L’opportunità fornita dal decreto di svolgere le sedute in videoconferenza, anche laddove manchi una espressa previsione nello statuto e nel regolamento del singolo Comune, è molto utile al fine di non bloccare l’attività amministrativa. Tuttavia, considerato che il consiglio non si è riunito durante il lockdown ed essendo le sedute in presenza attualmente consentite, non si vede il motivo per cui adeguare tutto il consiglio alla pretesa di un singolo!

Tra l’altro, assecondare la richiesta di un singolo ci appare come una mancanza di rispetto nei confronti di tutti gli altri consiglieri che hanno sempre preso parte alle sedute del Consiglio Comunale, onorando il ruolo di cui i cittadini li hanno investiti, nonché una mancanza di rispetto nei confronti di tutta la comunità.

Le assenze della consigliera da maggio 2019 a marzo 2020, cronologicamente non imputabili al Covid, testimoniano il suo totale disinteresse verso le problematiche della comunità di Bernalda e Metaponto e la pretestuosità della richiesta in questione. 

A cosa si deve, dunque, l’improvvisa ed irrefrenabile voglia di svolgere il ruolo a cui si è candidata e per cui è stata eletta? Forse al fatto che di recente qualcuno sui social si è preoccupato di evidenziare le assenze dei consiglieri alle sedute dei consigli comunali? In tutta onestà e sincerità non riusciamo ad individuare altri motivi validi per questo improvviso ritorno di senso di responsabilità!

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