Lettera aperta al Governatore Bardi ed all’Assessore alle Attività Produttive Cupparo sul riordino dei Consorzi Industriali di Matera e Potenza.

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L’Associazione infrastrutture, Sevizi e Mobilità nel Materano, L’Associazione si unisce in forma solidale al diniego del riordino dei Consorzi di Sviluppo Industriale dei due capoluoghi, così come è stato concepito dall’Assessore Regionale alle attività produttive, tutelando l’autonomia amministrativa, gestionale e finanziaria dei due Consorzi.
La riforma di riordino dei Consorzi Industriali dei due capoluoghi Lucani, proposta con LR del 5/11/2014 Num. 32/2014 Art. 14 (Organi) pubblicata sul BUR del 07/11/2014 2014 dalla giunta di centro sinistra con Pittella Presidente, che vorrebbe mettere in atto la giunta in carica di centro destra del Presidente Bardi, prevede un Amministratore unico Regionale nominato dalla giunta in carica pro tempore, per i due Consorzi di Matera e Potenza. Da sempre, il Consorzio ASI di Potenza è afflitto da una invalidante posizione debitoria di oltre 70 Milioni di Euro, che limita l’ottimale funzionamento in tutte le sue attività primarie e secondarie, mentre l’omonimo di Matera ha virtuosamente dimostrato di avere tali capacità gestionali da essere in attivo di circa 25 Milioni di Euro.
In sintesi la riforma, prevede un Amministratore unico, responsabile della gestione amministrativa, gestionale, organizzativa e finanziaria, per i due Consorzi di Sviluppo Industriale ed un Consiglio di Revisori de Conti, nominati dal Governo Regionale con decreto del Presidente del Governo Regionale, previa Delibera della Giunta Regionale, con durata di massima 5 anni e comunque non oltre la durata della legislatura in corso, con la possibilità di un solo rinnovo. Al di la dei tecnicismi elettivi, l’Associazione esprime il suo dissenso nei confronti di questo tentativo di riordino che trova giustificazione nell’evidente interesse del Governo Regionale di apporre l’ennesima toppa alla scellerata gestione del Consorzio Industriale di Potenza, risanandolo in parte con l’attivo dell’omonimo di Matera. Inoltre si assisterebbe, previo parere favorevole delle aziende aderenti ai due consorzi, ad un quasi certo impoverimento delle infrastrutture ed immobili di proprietà del Consorzio Industriale di Matera, che sotto una stessa amministrazione, potrebbero essere distratti per il risanamento della disastrosa situazione debitoria in cui verte il Consorzio Industriale di Potenza, oltre ad una necessaria riduzione del personale nel materano per conseguente depotenziamento nella gestione degli impianti. La posizione debitoria del Industriale di Potenza deve essere risolta con una gestione finanziaria ed economica più oculata rispetto a quanto fatto fino ad oggi, prendendo esempio dall’ASI di Matera e non sottraendo risorse dallo stesso. Oltretutto, il Consorzio di Matera, gestisce le ZES (zone economiche speciali) ed aree industriali di Jesce, La Martella, Val Basento e Fascia Jonica, la Tecnoparco di Piscticci e la futura piattaforma logistica Intermodale gomma-ferro (scambio merci dell’intera ZES dell’interporto di Taranto), ritenute di grande appetibilità economica, che passerebbero tutti sotto un’unica gestione facente capo all’Amministratore unico del Consorzio ASI di Basilicata che vorrebbero creare, sottraendo la gestione del territorio che fa capo all’ASI territoriale di Matera.
L’ennesimo tentativo di accorpamento, come già avvenuto per altri Enti a carattere Regionale come la Camera di Commercio, Confindustria, Consorzio di Bonifica, Azienda di Promozione Turistica, Consorzio Agrario, gestiti dalla solita politica clientelare orientata ad accorpamenti senza senso che fanno bene solo alla politica e non ai cittadini, e sempre meno orientata allo sviluppo dei nostri territori per esaltarne le diversità.
L’Associazione rivendica l’autonomia amministrativa e gestionale del Consorzio di Sviluppo Industriale di Matera per continuare nel suo processo di crescita dell’intero territorio Provinciale come ha sempre egregiamente fatto fino ad oggi, dissociandosi dalla proposta di riordino del Governo Regionale per le evidenti difformità dei comparti industriali del Materano con quelli del Potentino. Basti pensare al centro oli di Viggiano ed alla Fiat di Melfi con il suo indotto, che emergono le enormi diversità del tessuto industriale in dei due Consorzi, completamente dissomiglianti nelle attività di promozione e marketing conformate ad attrarre nuove aziende ed investimenti nei due territori Provinciali. Gli Amministratori Delegati dei due consorzi (con l’attuale Commissario del Consorzio di Potenza), in qualità di profondi conoscitori del territorio specifico, devono restare autonomi nelle loro scelte più appropriate per lo sviluppo delle singole realtà, mentre il Governo Regionale deve favorire lo sviluppo territoriale delle diversità, mettendo in campo risorse finanziarie, bandi e altri strumento a sua disposizione per consentire agli amministratori degli enti locali lo sviluppo e la crescita dei propri distretti omogenei e non farsi carico dello sviluppo di aree con diversità territoriali e di potenzialità diverse.
Il governo Regionale, deve adottare politiche utili per porre fine all’indebitamento del ASI di Potenza ed agli Enti del Potentino, come la Sanità, il Comune di Potenza, il Co.Tra.B. (Trasporto Pubblico Locale), prima ancora di emanare una politica integrata col sistema economico territoriale che punta al miglioramento dei fattori che caratterizzano lo sviluppo delle imprese e la loro competitività, quali la ricerca, l’innovazione, la formazione, le infrastrutture materiali ed immateriali nonché la coesione sociale. Questo è il riordino che chiediamo al Governo regionale per il bene di due territori così vicina ma cosi tanto lontani, per dire basta alla sconnessione sociale che ha sempre caratterizzato questa Regione.
In ogni caso L’Associazione, da un lato farà le dovute segnalazioni agli organi competenti, dall’altro invita tutti ad esprimere il proprio parere su quanto è in atto in merito alla riforma Regionale di riordino di Consorzi di Sviluppo Industriale di questa Regione.

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