Giro d’Italia 2020: Démare vince, Almeida resta in rosa, Nibali avanti protetto

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Dai monti della Sila al fascino di Matera, dall’impresa di Filippo Ganna appena entrata nei libri di storia del ciclismo alla volata sontuosa di Demare affacciata sui Sassi.

Il Giro d’Italia in 188 chilometri mossi e articolati all’interno del Parco nazionale del Pollino, cambia scenari, orizzonti, facce. La tappa numero sei è terra di conquista degli sprinter dopo una giornata di fughe, scatti e controscatti nel vento contrario; qualcuno fora, la maglia rosa Almeida cade (senza danni)Vincenzo Nibali viaggia protetto e coperto dal cappottino che la Trek gli cuce addosso e nel finale si affaccia davanti. Negli ultimi metri a saliscendi, si posizionano i treni dei velocisti, a caccia di una vittoria nobile. Due curve a sinistra immettono nel rettilineo finale, lungo 800 metri e in leggera salita. Ci si studia, nessuno vuole partire per primo.Ma quando il francese Demare cambia marcia, gli altri sprinter devono inchinarsi: seconda vittoria a questo Giro per il capitano della Fdj dopo il batticuore al fotofinish di Villafranca Tirrena. Il digiuno di Peter Sagan, rockstar afona, continua. E anche Elia Viviani, sprinter nostrano, dovrà aspettare il lungomare di Brindisi, dove venerdì avrà già un’occasione di riscatto. Non cambia la maglia rosa, sulle spalle del portoghese Almeida, mentre negli occhi abbiamo ancora il volo a planare di Ganna sulla Sila, da portarci dietro in valigia.

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