VENDEMMIA 2020: 83MILA ETTOLITRI IN BASILICATA, CIA: CONSENTIRE AD AZIENDE DI REPERIRE MANODOPERA

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 In Basilicata la vendemmia 2020 produrrà 83 mila ettolitri di vino, una quantità inferiore del 5% rispetto alla vendemmia 2019 quando la produzione si è attestata intorno agli 87 mila ettolitri. Sono le previsioni – riferisce Cia-Agricoltori Basilicata – di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini. Il clima si è rivelato quest’anno molto favorevole, con temperature senza picchi eccessivi, che avrebbero minato l’attività fotosintetica della pianta, e con una buona escursione termica tra giorno e notte in tutta la regione. Le piogge sono state sempre abbondanti e ben distribuite su tutto il periodo stagionale, così da permettere un corretto assorbimento da parte della pianta e, nel contempo, poter intervenire con trattamenti fitosanitari a cadenza regolare. L’unica anomalia che si registra riguarda una perturbazione accompagnata da grandine che ha investito la zona bassa del Vulture provocando danni di media importanza. Tale evento è rimasto però isolato e la produzione non ha subito conseguenze, lasciando proseguire l’evolvere delle viti ottimamente. Infatti la previsione sulla qualità è di alte aspettative, mentre si pensa a una leggera diminuzione sulla quantità rispetto al 2019.

L’annata 2020 si presenta – secondo il rapporto di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini – con uve di ottima qualità, sostenute da un andamento climatico sostanzialmente positivo, che prefigurano interessanti aspettative per i vini provenienti da questa vendemmia. L’incertezza meteorologica legata anche ai cambiamenti climatici genera comunque apprensione e grande incertezze sulla tenuta qualitativa delle uve. Dal punto di vista produttivo si stima una quantità in linea con quella dello scorso anno, quindi leggermente inferiore alla media storica. Se infatti al Nord si prevede di stare nella media produttiva, al Centro-Sud alcuni fenomeni di stress climatico, seppur localizzati, possono causare un calo quantitativo. Dopo il ripristino delle riserve idriche dei suoli nella maggior parte dell’areale italiano per effetto di novembre e dicembre 2019 con piovosità generalmente abbondante, i mesi di gennaio e febbraio sono risultati molto miti e con precipitazioni scarse. Marzo ha invece goduto di una piovosità in genere abbondante e accompagnata da temperature nella norma, eccezion fatta per il brusco calo delle temperature registrato a partire dal 24 marzo a seguito di un’irruzione di aria polare continentale da Est, che ha prodotto locali danni da gelo anche sulla vite. Temperature miti e piovosità scarsa hanno caratterizzato aprile e maggio, mentre giugno ha presentato temperature lievemente inferiori alla norma con piovosità abbondante. Tali condizioni si sono mantenute anche a luglio al Nord per effetto del prevalere di un regime circolatorio atlantico, mentre scarsa è stata la piovosità al Centro-Sud. Agosto ha infine presentato temperature lievemente superiori alla norma nei massimi e nella norma nei minimi, cui si è accompagnata una piovosità generalmente scarsa, salvo eccezioni a carattere locale su Lombardia CentroOrientale, Piemonte Sud-Occidentale, Marche, Salento, Basilicata e Calabria. Dal punto di vista fitosanitario i vigneti si presentano sani anche se le precipitazioni degli ultimi giorni impongono un continuo monitoraggio da parte dei tecnici per valutare l’accrescimento dei grappoli e lo stato di sanità delle uve. Ad oggi (3 settembre) è stato raccolto circa il 20% dell’uva. Ovunque si denota un certo anticipo del ciclo vegetativo, per cui si prospetta una raccolta delle uve leggermente anticipata, e infatti è già in atto quella delle basi spumante con specifiche legate alle diverse zone. 

Con l’imminente inizio delle campagne di raccolta, dalla vendemmia alla frutta autunnale e alle olive – sottolinea la Cia – è necessario modificare al più presto l’attuale strumento del lavoro accessorio, così da consentire alle aziende agricole di reperire manodopera in tempi brevi. Una semplificazione del lavoro occasionale si rende ancora più urgente ora, considerando il freno agli arrivi in Italia degli stagionali, soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, a causa dell’emergenza Coronavirus.

Cia ha più volte proposto uno snellimento dell’attuale impianto del lavoro accessorio, da ultimo anche con un emendamento al Dl Semplificazioni, con l’obiettivo di permettere alle aziende agricole di reperire manodopera facilmente e velocemente, come avveniva in passato attraverso il voucher, in particolare per fronteggiare situazioni emergenziali.

Allo stesso tempo, viste le difficoltà di ingresso da fuori Europa, Cia chiede di prorogare al 31 dicembre 2020 tutti i permessi di soggiorno stagionali, assicurando ai tanti lavoratori extracomunitari presenti sul territorio italiano di continuare a svolgere l’attività nelle aziende agricole nel rispetto della legalità.

Inoltre, secondo Cia, occorre incentivare e promuovere il ricorso alla manodopera italiana nei campi. Oggi il sistema produttivo nazionale è in seria difficoltà (8 milioni di cassaintegrati e 1,5 milioni di disoccupati) e questa potrebbe essere una delle soluzioni per aiutare a rilanciare l’economia nazionale.

Più in generale, in questa fase la politica deve guardare con più attenzione al settore agricolo, cruciale nei mesi di lockdown, ma inspiegabilmente escluso da tutte le misure del Dl Agosto legato al mondo del lavoro. Un’anomalia su cui Cia ha già interrogato il governo, per capire come mai un comparto con più di 1 milione di addetti non possa beneficiare degli esoneri contributivi in caso di assunzione o di mancata attivazione degli ammortizzatori sociali.

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