ROCCO GUARINO : La nascente Facoltà di medicina in Basilicata, è una grande occasione che il territorio non deve perdere, per riorganizzare seriamente il sistema di base di prevenzione, assistenza e cura dei suoi cittadini.

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LETTERA APERTA

“La nascente Facoltà di medicina in Basilicata, è una grande occasione che il territorio non deve perdere, per riorganizzare seriamente il sistema di base di prevenzione, assistenza e cura dei suoi cittadini.

Non possiamo e non dobbiamo fermarci per questo alla celebrazione dell’evento che è ancora alle prime battute di un lungo percorso gestionale, ma possiamo e dobbiamo costruire insieme alle comunità locali, ai Comuni, al sistema delle autonomie locali e ancor più con gli ordini di categoria (medici, sanitari, assistenziali), per lanciare in fondo lo stesso messaggio che la nostra regione ha saputo raccogliere all’indomani del terremoto del 1980, quando diede vita alla Università di Basilicata.

Per questo, mi sento di esprimere un forte ringraziamento al Governo Nazionale ed agli organi istituzionali regionali, raccogliendo i sentimenti che i cittadini lucani vanno esprimendo in questi giorni e che ho potuto constatare di persona con Sindaci, amministratori locali, singoli cittadini.

C’è in questa nostra gente, la convinzione che abbiamo fatto bene a cogliere la sfida del Governo Nazionale perché alcuni esempi, anche negativi nella gestione del sistema locale, ci fanno capire che i presìdi di base, quelli distrettuali e la medicina territoriale, sono il primo front office delle richieste dei lucani.

E noi abbiamo bisogno di una Facoltà che sappia cogliere questi suggerimenti operativi, in uno con la grande occasione da offrire ai nostri giovani, di mettere a frutto le proprie capacità con l’avvio di una fase di ricerca nei laboratori ospedalieri della Basilicata.

Questa è la grande sfida che ci attende nei prossimi mesi. 

Ma è anche la sfida di una classe dirigente che tutta insieme sappia cogliere l’alto valore ed il significato di questa scelta, andando oltre le divisioni di campanile, evitando gli spezzatini di aule e di laboratori, garantendo l’unicità di una Facoltà Universitaria che si innesti sul territorio perché questa è la vocazione di un Piano di sviluppo regionale, utilizzando magari appieno le strutture ospedaliere presenti, per le attività di specializzazione. 

Ma questo lo si vedrà con il tempo.

Cosi come troviamo improduttivo, il rincorrersi di voci su modifiche al Piano Sanitario regionale, senza avere contezza di una organica proposta a cui come Province ma anche come amministratori locali vorremmo fare riferimento garantendo ulteriori suggerimenti e proposte.

Su questo siamo pronti ad accettare la sfida di Ente Locale intermedio, che lavora per favorire la coesione e la efficacia dei risultati”.

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