G.I.E. CEREALICOLO-CIA: ingiustificata tendenza al ribasso quotazioni cereali

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Si è riunito il G.I.E.(gruppo d’interesse economico)della Cia Nazionale per fare il punto sulla cerealicoltura italiana.

Fra i tanti temi trattati si è discusso sui contratti di filiera grano duro pregressi 2017/2019 con tutte le sue criticità e i ritardati pagamenti, e sui contratti di filiera 2020/2022 mais-soia-leguminose da granella.Per la prima volta il settore del mais e delle leguminose, alla pari del grano duro, potrà sperimentare i contratti di filiera. Valutato positivamente il Progetto Grano Duro di qualità e di Alta qualità con l’Università della Tuscia, dove la C.I.A. è parte integrante del progetto con tutti i componenti della filiera. Le dolenti note arrivano dal mercato, sostiene il Presidente del G.I.E. Leonardo Moscaritolo, dove in una fase storica e difficile come quella che stiamo attraversando (emergenza Covid)si è compresa l’importanza delle scorte e delle riserve strategiche che uno Stato dovrebbe avere (mascherine e materie prime basilari), il mercato dei cereali e del grano, dopo qualche timido rialzo in fase di lockdown, in seguito alla corsa e ai rifornimenti dei singoli consumatori che hanno provveduto a farsi le scorte per pane, pasta, pizze e biscotti. In questo periodo ed anche oggi assistiamo ad una campagna pubblicitaria davvero massiccia da parte delle più famose marche italiane di pasta e prodotti simili con tanto di enfatizzazione da parte della stampa dell’ oro giallo.Oggi assistiamo ad un’inversione di rotta a dir poco ingiustificata, dove in un’annata ottima per qualità si è registrata una produzione ben al di sotto delle medie annuali. Se a ciò aggiungiamo che le scorte mondiali registrano un -27%, ci pare del tutto ingiustificata la tendenza al ribasso delle varie borse merci. Inoltre da un’analisi ISMEA appare del tutto evidente lo squilibrio della percentuale della catena del valore tra il produttore, l’industria e la G.D.O. . E’ giunto il momento di fare un’operazione di CHIAREZZA con gli attori della filiera e con la politica se si vuole salvaguardare il made in Italy attuale e futuro e se non si vogliono umiliare i produttori agricoli che a fronte di importanti investimenti si ritrovano ogni anno a fare i conti con i bilanci in rosso.

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