PISTICCI, LA NOSTRA STORIA. QUEL LUGLIO 1943 CON I TEDESCHI SOTTO CASA

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PISTICCI. Una pagina della nostra storia ai tempi del II° Conflitto Mondiale (1939 – 45) con l’allora Lucania,  per fortuna, solo lambita e toccata da singoli episodi come i tragici bombardamenti di Potenza con decine di morti e l’eccidio tedesco del 21 Settembre 43, a Matera. A Pisticci, dopo l’8 settembre 1943,  il clamoroso episodio  con la morte di 3  militari germanici, per lo scoppio di una mina in località Varre, cosa che comunque evitò uno scontro armato tra la città pronta a difendersi in tutti i modi  da  una colonna tedesca che ripiegava dalla Sicilia, e che poi non proseguì più verso Pisticci dopo lo scoppio alla periferia dell’abitato. (Secondo le precise ricerche dello storico prof, Giuseppe Coniglio nel suo libro “ La colonia confinaria di Pisticci”,  si trattava della  Divisione Goering in ritirata).   Ma quel mese di luglio del 1943, vogliamo ricordarlo per un altro motivo che non tutti conoscono. Quando nel titolo del nostro servizio parliamo di “tedeschi sotto casa”, ci riferiamo a quella che fu la presenza per circa un paio di mesi, di un presidio di militari germanici in Terravecchia, proprio sotto la scala di accesso alla casa di chi scrive, di fronte al serbatoio  e al Castello. Un bus capofila con sofisticate attrezzature (antenne e trasmittenti) e altri mezzi militari nell’area adiacente. Sito piuttosto occulto alla periferia dell’abitato, dove vivevano decine di famiglie, preoccupate per una possibile scoperta del presidio da parte di anglo americani, con conseguenze inimmaginabili ( a poca distanza anche  un piccolo distaccamento di militari italiani di stazza al 2° piano del  Palazzo De Franchi. Per la cronaca, uno di loro si innamorò di una ragazza del rione e la sposò dopo la fine del conflitto). Per quasi tutta l’estate  43, quella colonna militare germanica, per fortuna mai scoperta,  rimase guardata a vista da una trentina di soldati, tutti giovanissimi, che nel frattempo avevano avuto modo di familiarizzare con la gente del rione. Di loro si parlò a lungo anche dopo. Ragazzi tutti di una straordinaria educazione  e rispetto dell’altrui persona, ma anche pieni di una bontà e generosità, come dimostrarono i piccoli aiuti ad alcune persone bisognose del rione. Mai un episodio negativo, uno sgarbo o una parola di troppo, ma tantissimo rispetto per i residenti del quartiere ed il modo  di voler scoprire a fondo anche i nostri usi e costumi, non esclusa la conoscenza di buona cucina, anche se, per i tempi magri di allora, aveva ben poco da offrire. Ma quel poco e quel tanto bastava per far assaporare alcune nostre specialità ( ovviamente c’era da divertirsi quando pronunciavano “ tapparedd”, “ruccoli”, “maccarun a fierr” e altro )  ai giovani militari tedeschi  che sicuramente, per chi ebbe fortuna di ritornare in patria, ne fece buon uso  delle nostre ricette. Sempre secondo i racconti d’epoca, alcuni di loro, evidentemente cattolici,  quando potevano, frequentavano Chiesa Madre accolti dall’Arciprete  don Vincenzo Di Giulio. Quel gruppo di militari la sera del 9 settembre, alla notizia dell’armistizio, pensando che la guerra fosse finita, festeggiò con suoni di chitarra e canti, Ma non era così. Dopo alcune ore, l’addio a Pisticci. Di loro mai nessuna notizia.  Ragazzi comunque, che lasciarono in loro stessi e nella gente di quel rione, non poco rammarico. E’ certo comunque, che al di là delle contrapposizioni belliche del momento, di loro,  nel rione Terravecchia rimase un buon ricordo.

MICHELE SELVAGGI

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