ULTIMO GIORNO DI SCUOLA/ I maturandi di questo 2020 che li ha privati di tante cose, si sono dati appuntamento davanti all’Archita

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di Ingrid Iaci 

Sono stati privati del primo momento più importante della loro vita. Sono loro, i maturandi 2020, i nati negli anni 2001/2002, che dovranno affrontare la prossima settimana l’esame di maturità dopo aver trascorso gli ultimi mesi di scuola alle prese con una emergenza sanitaria gravissima e con la didattica a distanza. Non è stato facile, psicologicamente, sostenere il peso di una pandemia che nel migliore dei casi ha impedito loro di godere di momenti di socialità insostituibili,  e che nel peggiore dei casi, purtroppo, li ha costretti ad affrontare il lutto per la perdita di qualche parente o di qualche conoscente a causa del coronavirus.

Ma nonostante tutto, tra mille incertezze, sono arrivati al termine del loro percorso scolastico coscienti del fatto che all’indomani della maturità saranno chiamati a trovare la loro strada in un mondo che si presenta davvero complicato. Dovranno affrontare gli strascichi non indifferenti di un post-pandemia e di una recessione economica, pari solo a quella del dopoguerra, e in questo clima dovranno prepararsi al loro futuro dando il meglio di sè.

L’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, un mese fa circa (la scuola negli States finisce prima), rivolgendosi agli studenti dell’ultimo anno ha detto: “questo è il momento per la vostra generazione di ridefinire il mondo. Nell’assumervi questa responsabilità, spero che sarete audaci. Spero che la vostra visione non venga offuscata dal cinismo o dalla paura”. Ed ha anche dato due consigli: “Costruite intorno a voi una comunità reale, con persone reali. La lotta per l’uguaglianza e la giustizia comincia con la consapevolezza, l’empatia, la passione, persino la rabbia. Ma non limitatevi ad agire online. Secondo suggerimento, non potete farlo da soli, il cambiamento ha bisogno di alleati per una causa comune.”

E con questo stato d’animo, nel rispetto delle regole sul distanziamento, gli studenti delle quinte classi del liceo Archita di Taranto hanno cercato, questa mattina, di dare un senso a questo ultimo giorno di scuola. Così si sono dati appuntamento, per l’ultima volta da studenti, davanti all’istituto che li ha visti crescere, hanno atteso il suono dell’ultima campanella, dopodiché, con un gesto liberatorio, hanno stappato una bottiglia di spumante. Urla di gioia, senso di libertà di ma anche tanta voglia di aggredire il futuro sapendo che già in partenza il percorso inizierà in salita.

In bocca al lupo a tutti gli studenti.

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