PISTICCI. La nostra storia questa volta tocca il telefono, un qualcosa di cui forse tanti, quando qui fece la sua comparsa, non conoscevano ancora il significato. Erano i primi anni del dopoguerra e le ferite belliche, con tutto quello che il periodo aveva rappresentato, erano ancora aperte. Le cose però, stavano man mano cambiando con il via alla ripresa, che poi diventò boom nei primi anni 60. Siamo, più o meno a metà anni 50, quando anche a Pisticci – uno dei primi centri interessati alla novità – fu realizzata una rete telefonica. Erano i tempi in cui qui, esisteva un solo apparecchio telefonico, quello della linea privata della “Società Elettrica Lucana” ( ora ENEL) che aveva la sua cabina lungo il belvedere di via P.ssa di Piemonte. Le uniche telefonate di servizio quindi, erano permesse solo al sig. Simone, persona educata, affabile e gentile, che qui era il responsabile del servizio elettrico dell’epoca, e che così poteva contattare le altre sedi analoghe della provincia e forse della regione. Il Comune, il Banco di Napoli, le scuole cittadine, i vari uffici, ma anche la Caserma dei Carabinieri, il Commissariato di Polizia ( più tardi arrivò anche la Guardia di Finanza di via G. Cesare), strano a dirsi, non erano provvisti di apparecchi telefonici. Per tutti, l’unica possibilità di comunicare con una certa urgenza, era il telegramma, il cui costo variava secondo il numero delle parole da trasmettere. La sede era l’Ufficio Postale, ricordiamo, ubicato al piano terra del Palazzo Municipale di Piazza Umberto I°. Il servizio telegrafico era affidato ad un impiegato modello, tale Vitino Santilio. La telefonia a Pisticci, nei primi tempi incontrò una certa difficoltà nella sottoscrizione degli abbonamenti, anche a causa di una spesa di istallazione e gestione, allora non alla portata di tutti. Ma le cose man mano cambiarono e nel giro di poco il telefono arrivò negli uffici, scuole e forze dell’ordine; gli abbonati si moltiplicarono, attesa la grande comodità che il servizio offriva. Una manna anche per i giovani innamorati dell’epoca, alle prese con le immancabili difficoltà dei tempi. Era difficile incontrarsi e stare un po’ insieme e che, proprio grazie al telefono, potevano finalmente comunicare con tranquillità, magari usando anche i primi apparecchi pubblici ( il primo bar a istallarlo, fu quello di “Tonnuccio il Tarantino” (Terso), nel Corso Margherita). Le telefonate però, non erano dirette, in quanto occorreva il contatto col centralino a cui indicare il numero desiderato. La centrale telefonica era al p.t. del Palazzo Motta in via Di Giulio, col servizio gestito da Luigi Passarella e da un paio di gentili e graziose telefoniste. Il servizio poi divenne automatico con il crescere degli abbonati e si fece anche spazio alle prime cabine pubbliche col gettone. In poco tempo il telefono registrò una notevole espansione raggiungendo la maggior parte delle nostre case. Una grande conquista moderna, che permise a tutti di parlare con il mondo e che nel giro di qualche anno, si è perfezionato tecnicamente, fino a partorire quel grande aggeggio chiamato CELLULARE, una delle più straordinarie invenzioni degli ultimi decenni. Unitamente – aggiungiamo noi – ad INTERNET, al FRECCIAROSSA ( quando va in orario naturalmente ) e perché no, alla……. NUTELLA, l’amica golosa di piccini e…..grandi. Quello che abbiamo appena raccontato, un altro pezzo della nostra storia che, forse, pochi conoscono e che attraverso ricordi un po’ sbiaditi, documenti e altro, abbiamo voluto ricostruire ed offrire – sperando di fare cosa gradita e utile – ad un popolo come il nostro che vive anche di….ritorni nel tempo. Per non perdere mai di vista quella che è sempre stata la sua identità, legata in modo particolare al presente, al recente passato e al suo ultra millenario cammino. MICHELE SELVAGGI
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