Pippi Dimonte con Majara presenta il suo jazz mediterraneo

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E’ uscito da qualche settimana “Majara” il nuovo album del contrabbassista Pippi Dimonte. Otto tracce, tutte sue composizioni originali, una miscela di musica classica contemporanea, jazz d’avanguardia e suoni mediterranei. Il musicologo americano Gunther Schuller in un suo saggio scriveva “Un musicista che pubblica un album è come lo scrittore che pubblica un libro: entrambi hanno qualcosa da raccontare”.  Infatti con questo lavoro, proprio come in un libro,  il musicista lucano si racconta e con le note ci fa sentire il suono  della sua terra trasportandoci verso mondi lontani ma allo stesso tempo a noi vicini. Musica colta, elaborata, per appassionati, ben radicata nel terreno della cultura musicale europea.

La Majara (a masciàra) è una figura femminile, una sorta di fattucchiera buona della civiltà contadina. Viveva nei piccoli e sperduti paesi del sud e, manipolando sapientemente erbe e formule magiche, “curava” i mali della povera gente che a lei si rivolgeva.

Si inizia con “Camarda” omaggio alla sua terra e luogo fisico da cui parte un percorso musicale che Pippi Dimonte svilupperà nelle tracce successive. “Fenestrelle” narra l’agonia dei Briganti lucani rinchiusi nella sabauda e tristemente nota fortezza-prigione di un’Italia post unitaria. “Natiwa” è un enigmatico e inquietante ritmo persiano dal fraseggio elaborato ed intrigante, forse il tema principale di tutto l’album. “Grancia”, misteriosa e impenetrabile foresta sull’Appennino lucano, è la cupa descrizione di una notte insonne fra ululati di lupi e briganti braccati dalle guardie piemontesi. “Agavè” e “Taràssaco” sono due piante mediterranee. La prima genera un unico “grande fiore” in tutto il suo ciclo vitale, poi perde bellezza, vigore ed inesorabilmente muore. L’altra si radica con tenacia negli anfratti degli aridi e assolati calanchi pur di sopravvivere.  “Arroz” sinuosa danza araba che si trasforma in un avvolgente flamenco andaluso. “Quasimodo”, omaggio al padre dell’ermetismo, chiude l’album proprio come la parabola dell’uomo e della sua decadenza. “Ognuno sta solo/ sul cuore della terra/ trafitto da un raggio di sole:/ Ed è subito sera”.

Atmosfere sognanti di un viaggio immaginario condotto con grande sensibilità e professionalità da bravissimi musicisti: Mario Brucato al clarinetto basso, Francesco Paolino alla chitarra e mandola, Emiliano Alessandrini al pandejro ed ovviamente Pippi Dimonte al contrabbasso.

Majara è stato registrato nei Sassi di Matera presso LabSonic di Francesco Altieri ed è disponibile su tutti i principali digital store AmazonMusic, GooglePlay, iTunes, Bandcamp, Spotify. Majara è presente anche su YouTube con vari video fra i quali vi consigliamo Taràssaco e Quasimodo con riprese effettuate nell’incantevole piccolo Teatro del ‘700 di Villa Aldrovandi-Mazzacorati a Bologna.Giuseppe “Pippi” Dimonte (classe 1991) è un musicista professionista originario di Bernalda che vive a Bologna. Dotato di grande tecnica e versatilità suona con numerose formazioni e col suo contrabbasso è sempre in giro per concerti in Italia e all’estero, tempo fa anche in Cina. Ha studiato al Conservatorio “E. Duni” di Matera ed al Conservatorio “GB. Martini” di Bologna. Compositore iscritto alla SIAE già a 17 anni ha pubblicato quattro album con brani tutti di sua scrittura: Morning Session (2014), Hieronymus (2016),  Trio Mezcal (2018) e Majara (2020).  Basta digitare il suo nome su Google o YouTube per leggere articoli e recensioni a lui dedicati o visionare e ascoltare i numerosi video che lo vedono protagonista come leader o sideman. Attualmente è impegnato in due suoi progetti: col Trio Mezcal www.triomezcal.com con il quale è stato fra i finalisti ai Talent Awards 2019 del Montreux Jazz Festival e con Majara  www.majaramusic.com  che è anche il titolo del nuovo album.

La copertina del cd

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