Decreto liquidità. CNA BASILICATA al Governo: “Così non va. Si cambi immediatamente il provvedimento se non si vuole fermare l’Italia”

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Molto critico il giudizio della sia della CNA nazionale che della CNA Basilicata  sul pacchetto di misure per il credito contenuto del decreto liquidità pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. Il testo, afferma Leo Montemurro Presidente Cna Basilicata,  non soddisfa l’urgenza di mettere a disposizione di tutti gli operatori economici la minima liquidità necessaria a far fronte alle spese correnti che devono essere onorate per non far saltare tutta la catena dei pagamenti.

L’automatismo introdotto per la concessione della garanzia, continua Montemurro, non assicura neanche per gli importi inferiori a 25mila euro la concessione di credito bancario; lasciando, di fatto, la valutazione del merito di credito, della durata e delle condizioni applicabili in mano alle banche.

Non è sicuro neanche che gli imprenditori possano ottenere credito aggiuntivo. Il Decreto, infatti, prevede che il debitore possa consentire alla banca di non aumentare l’esposizione, ed essendo in posizione di oggettiva debolezza, potrebbe cedere alla richiesta della banca di sostituire posizioni in essere con crediti totalmente garantiti dallo stato.

CNA è profondamente delusa anche della dimensione dell’intervento; lo stanziamento di 1.729 milioni di euro, destinato ad incrementare la dotazione del Fondo, potrà assicurare al massimo 20 miliardi di nuovi crediti pari all’1% del fatturato di tutte le imprese che possono essere garantite dal Fondo di Garanzia.

Una soluzione destinata a seminare sconcerto e rabbia tra chi confidava veramente di poter avere mezzi finanziari sufficienti per non essere costretto a chiudere.

In questo momento, cosi drammaticamente difficile, i provvedimenti hanno l’obbligo di essere veloci ed efficaci: serve un percorso rapidissimo per mettere a disposizione delle imprese nuovo credito senza burocrazia, senza procedure valutative, a zero interessi, con 24 mesi di preammortamento e 10 anni per la restituzione.

A conti fatti sembra un provvedimento utile solo alle Banche, taglia fuori i Consorzi Fidi ai quali si chiede tra l’altra di garantire il restante 10% dopo che lo Stato ci mette il 90%, alla fine chi non rischia nulla sono proprio le Banche alle quali si offre su un piatto d’oro la possibilicare di scaricare sulle finanze pubbliche situazioni deteriorate e di difficile rientro. Se proprio si vuole pensar male, conclude Montemurro, sembra proprio un provvedimento ad hoc per garantire la sostenibilità del sistema bancario, al quale ripetiamo viene offerta una occasione d’oro per sistemare i propri bilanci a carico della fiscalità generale.

Invitiamo il Governo e il Parlamento a correggere immediatamente il provvedimento per mettere in condizioni artigiani, imprenditori, autonomi e professionisti di affrontare con un minimo di serenità il futuro.

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