Il caso della Cisa San Nicola di Melfi, rinata con l’emergenza da Covid 19

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Il caso della Cisa San Nicola di Melfi, rinata con l’emergenza da Covid 19
L’azienda, che si occupa di movimentazione a terra di merci alimentari, stava per mandare a casa 100 soci lavoratori

Il periodo critico che stiamo vivendo oltre ad aver azzerato tutte le certezze che fin qui avevamo acquisito sia lavorative sia produttive, ha rivoluzionato in poco più di un mese il nostro modo di pensare, capovolgendo priorità lavorative e sociali che credevano solide. E così, mentre ci trovavamo a discutere con aziende in crisi per logiche di mercato spesso crudeli e speculativi, oggi entrano in crisi aziende solidissime dei trasporti messe in ginocchio dalle restrizioni governative e dalle contrazioni a dispetto di altre che incrementano la propria attività diventando di fondamentale importanza per la sopravvivenza stessa della nazione.
È il caso del consorzio CISA di San Nicola di Melfi che si occupa di movimentazione a terra di merci alimentari. Un consorzio andato in crisi dopo la vicenda Conad Auschan che rischiava di lasciare a casa oltre 100 soci del magazzino lucano. Oggi, con un aumento notevole dei volumi, i lavoratori con senso di responsabilità si sono rimboccati le maniche e, mettendo da parte le problematiche lavorative, hanno ripreso l’attività a pieno ritmo consapevoli dell’importanza in questo momento del loro operato.
Sono gli “eroi dimenticati” dei nostri giorni, quelli che non compaiono nelle prime pagine dei giornali ma che grazie al loro impegno garantiscono la sopravvivenza del Paese, in prima linea al pari degli operatori sanitari, delle forze dell’ordine, dei trasportatori, degli autotrasportatori e degli operatori ecologici.
Un ringraziamento anche alla dirigenza, che con senso di responsabilità ha recepito le richieste di questa organizzazione sindacale fornendo tutti gli strumenti per la messa in sicurezza del magazzino. A ciò si aggiungono le iniziative di soci lavoratori che si sono prestati nel loro giorno libero a sanificare l’esterno della struttura, dimostrando un senso di appartenenza al consorzio come se fosse una grande famiglia.
Questa organizzazione sindacale sente il dovere di rendere pubblico il loro impegno giornaliero e la loro dedizione per un riconoscimento che tutta la società deve in questo momento. Un debito di cui ci dovremmo ricordare anche quando tutto sarà finito, speriamo al più presto.

Luigi Ditella
Segretario generale Filt Cgil Basilicata

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