Tamponi agli operatori della sanità e tempi rapidi di processazione. Trasparenza nella comunicazione, protocolli, percorsi condivisi e dpi adeguati per i lavoratori

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Garantire tamponi a tutto il personale sanitario esposto al rischio di aver contratto il virus in seguito al contatto con un Covid positivo in tempi rapidi e a tutti i contatti e fornire il risultato entro un arco temporale massimo di 36 ore, che rappresenta la tempistica limite per processare i tamponi dei lavoratori della sanità secondo quanto stabilito dalla circolare del ministero della Salute dello scorso 20 marzo. Sono due priorità che, insieme con la fornitura di congrui e sufficienti dispositivi di protezione individuale e protocolli puntuali e accurati da eseguire, diventano sempre più imprescindibili per tutelare i professionisti della salute e, di riflesso, tutti i cittadini.

Preoccupano le scriventi i casi di positività emersi nelle strutture ospedaliere e sanitarie lucane e i connessi ritardi che si continuano a registrare nella processazione dei tamponi. Ciò avviene nonostante gli sforzi e l’abnegazione del personale a causa di numeri di prelievi che, seppur insufficienti rispetto alle richieste sul territorio, sono risultati in questi giorni troppo cospicui rispetto alle capacità strumentali di analizzarli da parte prima del laboratorio dell’A.O.R San Carlo, che per troppo tempo ha operato in solitaria, al quale si è aggiunto solo successivamente quello del Madonna delle Grazie di Matera; in data odierna è arrivata la notizia della partenza del laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico per la processazione dei tamponi covid, al quale dovrebbe unirsi giovedì prossimo il laboratorio analisi del Crob. I grandi ritardi accumulati mostrano come la nostra regione, seppur partita in vantaggio grazie ad un arrivo tardivo del coronavirus e alla conoscenza di quanto stava accadendo nelle regioni del nord, non è stata capace di sfruttare appieno il tempo a disposizione per predisporre quanto necessario. Sono qualche centinaio i tamponi ancora in coda e molti di questi appartengono ad operatori sanitari del presidio ospedaliero territoriale di Villa D’Agri, ancora chiuso, dell’Irccs Crob, nel quale sono state sospese alcune attività, e dell’Azienda ospedaliera San Carlo.

Le lunghe attese nell’effettuazione dei tamponi o anche solo della comunicazione dei risultati, rischiano di trasformare gli stessi operatori sanitari e tutti coloro che operano a vario titolo nell’ambito sanitario, anche attraverso attività esternalizzate, in un pericolosissimo veicolo di infezione nei confronti dei propri colleghi, degli stessi pazienti e anche dei propri familiari. Si ritiene intollerabile che vi siano tamponi processati in tempi record ad asintomatici, come si apprende in queste ore dai social, mentre operatori sanitari attendono anche da una settimana gli esiti, con conseguenze e impatti importanti su tutta la popolazione lucana. Non bisogna sottacere che l’ospedale di Villa D’Agri è ancora chiuso in attesa di conoscere le sorti del personale sottoposto a tampone da una settimana, sottraendo un importantissimo presidio di salute al territorio, e che se da un lato vi sono attività sospese al Crob, con tamponi prelevati lo scorso venerdì a una trentina di lavoratori che hanno avuto contatto con due casi accertati di covid,che continuano a rimanere in lista d’attesa al San Carlo, dall’altro vi sono dipendenti dell’Irccs lucano al lavoro col fiato sospeso in attesa degli esiti dei tamponi prelevati ai colleghi.

Non è possibile attendere oltre e si chiede si colmino con misure straordinarie i ritardi e si metta immediatamente in sicurezza la situazione nelle strutture della sanità lucana, che devono rappresentare la priorità essendo indispensabili presidi di salute.

È indispensabile inoltre gestire con maggior rigore, accuratezza e trasparenza la comunicazione dei casi positivi al Covid19, tutelando la privacy di chi si ammala ma comunicando con chiarezza provenienze e, qualora si tratti di strutture pubbliche, ambiti lavorativi, al fine di porre tutte le misure necessarie a mettere in sicurezza i lavoratori e sanificare le strutture stesse. Si fa presente che negli ultimi giorni la babele di frammentate informazioni ufficiali ha generato apprensioni e agitazioni nei lavoratori e nella popolazione, che ha scorto nel silenzio, ci auguriamo a torto, nebulose volontà di sottacere la verità dei fatti. In tutto ciò, dovrebbe essere inutile sottolineare che l’esito dei tamponi, sia esso positivo o anche negativo, deve essere comunicato nell’immediatezza.

Si fa ancora presente che vi sono operatori dell’azienda ospedaliera San Carlo che accompagnano pazienti in zone a rischio dell’ospedale e poi ritornano nei loro reparti, senza adeguati dispositivi di protezione individuale e definiti protocolli operativi e che agli infermieri della sala prelievi dell’Azienda Ospedaliera San Carlo è stato chiesto di effettuare ai pazienti presso il reparto di malattie infettive i tamponi senza necessarie garanzie di presidi di protezione e percorsi precisi e condivisi, in assenza, per di più, di formazione specifica.

Pur ribadendo la fattiva e più ampia collaborazione e responsabilità dei lavoratori nella gestione dell’emergenza, cresce la nostra preoccupazione per la salute di chi lavora e cresce anche la tensione di tutti coloro che lavorano all’interno delle aziende ospedaliere e sanitarie per la poca chiarezza con la quale vengono gestite le situazioni dopo lo sviluppo di nuove positività.

Ribadiamo che tutelare la salute dei sanitari significa proteggere e tutelare la salute di tutta la popolazione e infondere la fiducia necessaria per contrastare tutti insieme, ciascuno secondo le azioni personali che può e deve mettere in atto per tutelare gli altri, quest’aggressivo nemico, nascosto in un invisibile e subdolo virus.

LE SEGRETERIE REGIONALI

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