EMERGENZA CORONAVIRUS: PRIMO BILANCIO ATTIVITA’ “Comitato per crisi della Comunità Italiana (e lucana) in Romania”

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Il Comitato unita’ di crisi -comunita’ italiana (e lucana) in Romania è attivo da piu’ di due settimane. Una rete di solidarietà per tutti quelli che ne hannio bisogno, con la consegna di provviste medicine e quanto necessario o segnalato, organizzata dalle associazioni italiane ACIIR-circolo imprenditori,ACI- associazione cuochi italiani , ALB- associazione lucani nei balcani, FIC-federazione italiana cuochi delegazione Romania. Palazzo Italia, sostenendo l’iniziativa, ha permesso di assicurare ai nostri connazionali un sostanziale supporto. In costante collegamento con i ” Piani di emergenza ” del Ministero degli Esteri per il sostegno ai cittadini, ogni giorno – riferisce Giovanni Baldantoni che da Palazzo Italia Bucarest coordina l’attività – abbiamo a che fare con richieste di rimpatrio ed informazioni dal territorio. Ci occupiamo di fornire il massimo dell’assistenza e delle informazioni sui voli speciali per l’Italia. Il Comitato consiglia calma attenzione e rispetto delle norme generali e sconsiglia viaggi e movimenti inutili. Assistiamo ogni cittadino italiano che si rivolge a noi. E’ in fase di soluzione il rientro di un missionario Italiano dalla Costa D’Avorio; strategica e’ stata la collaborazione tra il presidente di Palazzo Italia e la Dottoressa Maria Cristina Costa dell’Ambasciata di Abidjan. Ruolo importante del CGIE in questa fase grazie al segretario generale Michele Schiavone che ben conosce gli emigrati nell’intero Globo. Il team ed i partecipanti al gruppo, tutti scambiano informazioni, inoltrano richieste e principalmente invitano a restare in casa. In crescita in Romania i casi di contagio anche se sono strette e radicali le misure imposte dal Governo Rumeno.

L’Italia ai tempi del coronavirus vista da noi emigrati – dice Baldantoni – , sfruttata e mortificata ,limitata nella crescita e sviluppo,abbandonata in un momento in cui paga con la perdita delle vite umane, un conto non dovuto. Dobbiamo rinascere riconquistando la nostra indipendenza ed identità per permettere il ritorno in Italia di tante braccia e tanti cervelli.

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