NO A CALCOLI POLITICI, PREVALGA LA SALUTE DEI CITTADINI

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In questo momento abbiamo bisogno di strutture ospedaliere, quanti più ne abbiamo tanto più facile sarà possibile creare condizioni migliori per affrontare questo momento di emergenza, al fine di aumentare il numero dei posti letto di malattie infettive e terapia intensiva.

Siamo in piena emergenza, e bisogna agire in fretta ma, purtroppo, ancora oggi nella nostra regione, dobbiamo constatare che ha prevalso, ancora una volta, il calcolo politico e non la salute dei cittadini. Al San Carlo il potenziamento dei suddetti servizi, e a Venosa un reparto di malattie infettive con cento posti letto, mentre, a Matera Città, solo il potenziamento all’ospedale Madonna delle Grazie, lasciando così scoperto i paesi limitrofi e il metapontino.

La Lombardia e il Veneto, lo dicono media, sono quasi al collasso, tant’è che come affermato in questi giorni dal capo della protezione civile, alcuni contagiati saranno trasferiti nelle strutture ospedaliere delle regioni limitrofe, e la richiesta di attrezzare da nord a sud anche i piccoli Ospedali dismessi per far fronte ad un eventuale incremento dei casi, è stata immediata, in considerazione del fatto di non avere più strutture e posti letto disponibili sia per le malattie infettive che per le terapie intensive.

In Puglia nascono a tempo di record i primi posti letto Covid19, e il governo regionale ha dato tempestiva attuazione al piano ospedaliero in tutta la regione, posti dedicati ai pazienti critici affetti con una integrazione virtuosa tra posti ventilati e terapia intensiva respiratoria e posti letto per ospitare i pazienti affetti da infezione, ma che non hanno necessità di assistenza intensiva, come ad Acquaviva delle fonti dove i posti covid19 saranno più di trecento, e dove in tutte le regioni si aumentano del 50% i posti di terapia intensiva.

A sostenere il concreto appello del dott Paolo Giannasio già primario Chirurgo presso l’ospedale di Tinchi e in servizio verso una clinica in Puglia, il Comitato difesa Ospedale dopo un colloquio telefonico svolto nella giornata di ieri. Per Tinchi potrebbero essere destinati 20 respiratori grazie alla disponibilità di alcuni donatori con una spesa di 200 mila euro e che, già da subito si potrebbero impegnare nuove risorse di anestesisti disponibili per fronteggiare l’emergenza. E non solo, ci preme ribadire che Tinchi oggi si presenta come “struttura isolata” da degenze, con la possibilità di concentrare velocemente gli eventuali contagiati.

Questo non è il momento dei calcoli politici, la giunta regionale ha di fronte una grande responsabilità, ed ha il dovere di agire in fretta, perché non sappiamo se avremo a che fare con uno tzunami o con un ordigno atomico e che, i posti apparentemente sufficienti tra qualche settimana non potrebbero più bastare.

Chiediamo, quindi, al presidente della regione Vito Bardi di adottare scelte e provvedimenti necessari, per la disponibilità e l’immediata riapertura dell’ospedale di Tinchi come Ospedale Covid19, e a impegnarsi per individuare e reperire il personale disponibile. Bisogna fare in fretta!

Comitato difesa Ospedale di Tinchi

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