“Casa dolce casa, alle donne e agli uomini di Matera”, lettera aperta del Sindaco Raffaello de Ruggieri

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“Da responsabile cittadino, ho sentito il dovere di ubbidire alla disposizione sanitaria di un isolamento cautelare nella mia abitazione per 14 giorni.

Pur in perfetta salute, ed escluso ogni sintomo di malattia, sarò rispettoso di tale rigida prescrizione senza inventarmi strumentali “evasioni” o “fughe” istituzionali.

Il momento è drammatico e non ammette deroghe o facili distingui. Sollecita invece senza sconti il valore civico del dovere dell’esempio.

La battaglia contro la contagiosa epidemia si vince nel rispetto di questo codice etico.

Si vince se tutti, nessuno escluso, assumeranno comportamenti inediti.

Per sconfiggere la pervasiva e strisciante infezione è necessario un mutamento di vita, di azione, di stile.

La minaccia è grave insidiosa e impone restrizioni alla nostra stessa libertà e nuove regole di convivenza, con rinunce e sacrifici.

Per neutralizzare l’agguato del contagio dobbiamo evadere dalla normalità dei nostri comportamenti e riscoprire la ricchezza composita delle mura domestiche.

Quando la imposta limitazione cesserà, grazie a questa nostra inversione di comportamento, riconquisteremo lo spazio libero esterno per recuperare i fecondi rapporti interpersonali fatti di colloqui, di abbracci, di baci, di strette di mano, di cordialità sociale.

Noi mediterranei ci ritroveremo in piazza, sotto il sole e sotto le stelle, per riconoscerla come luogo identificativo della comunità.

Coltiviamo in casa le energie per il futuro, quando questa aggressione virale sarà sconfitta.

Dalla mia casa, per missione, io continuo a lavorare e a progettare per Matera, non subendo l’angoscia del contagio e la paventata vittoria dell’asocialità.

In questa recuperata e stimolante intimità domestica, mi manca dolorosamente la dolcezza sconfinata della mia indomabile compagna di vita interlocutrice attiva di visioni e di progetti comuni.

Il demone virale non mi intimidisce perché riusciremo a debellarlo, né mi inquieta la vecchiaia poiché se è vero che un giorno dovremo morire, è pur vero che tutti gli altri giorni sono da vivere e, da sempre, io li ho dedicati al progresso della mia città”.

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