COLLINA-MONTAGNA MATERANA: LE IDEE CONFARTIGIANATO PER “SALVARE” LE BOTTEGHE

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Almeno il 40 per cento delle 231 imprese artigiane della provincia di Matera che nel 2019 hanno cessato l’attività (di cui 75 edili, 47 alimentari, 29 di servizi alla persona) operava nelle aree interne della Collina-Montagna Materana dove è sempre più difficile continuare a tenere aperte le botteghe. A sottolinearlo è Confartigianato Matera 

“La montagna – afferma la presidente di Confartigianato Matera Rosa Gentile – convive con svantaggi strutturali: lo spopolamento, la carenza di infrastrutture materiali ed immateriali, costi maggiori per vivere e fare impresa. Tuttavia la montagna è un territorio da considerare strategico, non certo residuale con il suo patrimonio di risorse al servizio dei turisti come abbiamo dimostrato nella partecipazione,  ad Itinerando Padova, mettendo in vetrina proprio le risorse dei territori interni del Materano e riscuotendo grande interesse degli operatori”. Per questa ragione in occasione degli Stati Generali della Montagna Confartigianato  ha consegnato al Ministro per gli Affari Regionali Boccia una prima agenda per le politiche della Montagna con  10 punti prioritari. Eccoli.1. Chiara definizione di montanità. Oggi la “montagna italiana” è troppo ampia e indifferenziata; 2. Fiscalità di vantaggio, quali detrazioni di imposta per i territori montani, che prevedano una premialità con abbattimento delle imposte dirette, a fronte dei maggiori costi e oneri sostenuti quali: riscaldamento, disagi della viabilità, delocalizzazione degli Uffici amministrativi; 3. Semplificazione del Codice degli Appalti pubblici, accompagnata da ulteriori misure finalizzate al raggiungimento di una “burocrazia zero” soprattutto per le attività svolte in condizioni di svantaggio strutturale; 4. Valorizzazione con strumenti plurimi delle capacità di autogoverno dei territori montani; 5. Più incisiva remunerazione dell’uso delle risorse naturali a cominciare dall’acqua; 6. Riconoscimento di tutti i servizi ecosistemici resi dai territori montani; 7. Rinegoziazione della partita idroelettrica (a prescindere dalla scadenza delle concessioni); 8. Focalizzazione della Strategia nazionale per le aree interne su tutte le aree montane delle Regioni a statuto ordinario (oltre che sulle risorse endogene) sui servizi alle PMI; 9. Sviluppo delle intese Stato Regioni per l’autonomia differenziata (ex art. 116, Cost.) con attenzione anche alle esigenze dei territori di montagna; 10. Un “Libro verde” (per superare il deficit informativo) su costi e sovraccosti del vivere e operare in montagna.

Le imprese artigiane di montagna – aggiunge Gentile –  rivestono un ruolo chiave perché garantiscono la tenuta del tessuto sociale oltre che economico. La piccola impresa ha quindi un valore sociale che va riconosciuto e tutelato. Queste imprese sono laboratori di innovazione e sostenibilità ambientali, esempi di un modello di economia circolare che è la chiave dello sviluppo del futuro. In questo senso, un ulteriore calo del numero di imprese nelle zone montane, minerebbe un equilibrio già fragile. Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato, nelle micro e piccole imprese nei territori montani sono occupati 3 milioni 900 mila addetti, i tre quarti (75,2%) degli occupati delle unità locali non agricole. Nei comuni montani operano 430mila imprese artigiane, con 865 mila addetti.
“Valorizzare le zone montane significa salvaguardare e far crescere le opportunità di lavoro in questi territori, agevolando la vita delle attività economiche imprenditoriali e sostenendo la creazione di nuove imprese. Riteniamo che occorra non solo creare misure per trattenere i giovani, ma rendere professionalmente attrattivi i territori montani, così che la montagna divenga luogo privilegiato per uomini e donne che scelgono di insediarsi per vivere, lavorare e crescere i propri figli in un ambiente sano dove controllo sociale e natura permettono uno sviluppo psicofisico migliore rispetto alla città. La contaminazione tra popolazione locale e nuovi abitanti potrebbe ridisegnare il futuro della montagna che, in questo modo, sarebbe luogo privilegiato per famiglie che diventerebbero fruitrici e creatrici di servizi in un’economia dinamica pronta ad accogliere le sfide legate anzitutto al turismo ecosostenibile. E le imprese artigiane, grazie alle dimensioni, alla sostenibilità ambientale dei loro cicli produttivi, all’attrattività delle maestranze e dei prodotti, sono attori fondamentali in questo disegno”.

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