Le Saline di Margherita di Savoia. De Bonis (Misto): lavoratori a rischio e la strada francese preferita agli imprenditori locali; Governo intervenga

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“Le saline di Margherita di Savoia, in Puglia, rappresentano per il Paese una realtà aziendale importante e strategica, ma adesso, questo patrimonio naturalistico è stato ceduto in concessione ad una società francese solo per l’acquisizione di un debito. L’Esecutivo verifichi subito se la scelta di Monte Paschi di Siena di procedere a una gara, per poi cedere crediti vantati nei confronti della società Salapia-Atisale al gruppo francese Salins du Midi, sia stata opportuna, ovvero la migliore possibile dal punto di vista industriale e dica subito quali iniziative intende adottare il Governo al fine di tutelare i livelli occupazionali relativi agli stabilimenti di produzione delle saline di Margherita di Savoia e di Sant’Antioco e le economie di tutte le attività correlate”.

Così il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis, in un’interrogazione indirizzata ai Ministri dello sviluppo economico, dell’economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali, formulata in base alle notizie di stampa, secondo le quali il Gruppo francese “Salins du Midi” avrebbe acquistato la concessione delle saline, sia di Sant’Antioco, che di Margherita di Savoia. Il pacchetto sardo-pugliese sarebbe stato gestito direttamente dal Monte dei Paschi di Siena che, per un debito da saldare della società titolare delle saline, avrebbe affidato ai francesi i due compendi esclusivi, 4.500 ettari quello di Margherita di Savoia, 1.500 quello di Sant’Antioco. Produzione complessiva 700.000 tonnellate e giro d’affari da 30 milioni di euro l’anno. Tale cessione al gruppo francese sarebbe avvenuta per un debito che Atisale SpA, controllata da Salapia Sale, avrebbe maturato verso il Monte Paschi di Siena. A garanzia di tali crediti erano state rilasciate nel 2011 fidejussioni e pegni sul 100 per cento di azioni Atisale e sul 77,44 per cento di azioni Salapia. L’escussione delle garanzie avrebbe fatto il resto con Salins du Midi, che avrebbe così acquisito il controllo delle due società, perché i crediti messi sul mercato da Monte Paschi di Siena sono appunto legati ad azioni delle due società.

“La vicenda delle saline – stigmatizza De Bonis – ripropone le evidenti difficoltà di un Paese, i cui soggetti decisionali sembrano avere carenze di strategie industriali ed economiche in grado di tutelare e difendere le imprese “Made in Italy”. A quanto pare non si riesce ad arrestare un processo in atto ormai da anni che riguarda l’acquisizione di aziende italiane da parte di holding straniere, con l’evidente rischio di aumento dei livelli di disoccupazione, diminuzione dell’approvvigionamento delle materie prime e, non ultimo -un danno per la nostra immagine”.

“La mancanza di un piano industriale per le numerose imprese del settore in Italia, sostituito purtroppo da cessioni – ha concluso De Bonis – non fa altro che determinare riflessi economici e d’immagine dell’Italia altamente penalizzanti per l’intero processo della filiera salina, che rappresenta un patrimonio nazionale importante, in grado di determinare favorevoli sbocchi, interessi e possibilità di creare imprese nel mondo della cosmesi, della medicina e della conservazione dei cibi”.

12/11/2019

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