INCIDENTE LAVORO ALIANELLO: UIL, prevenzione, controlli e formazione di qualità dei lavoratori

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La Uil Basilicata, la Uil di Matera e la Uilm si stringono intorno alle famiglie dei due operai della società Giuzio Ambiente SrL morti oggi ad Alianello-Aliano incaricati di effettuare il campionamento della vasca di decantazione sotterranea di un impianto per rifiuti classificati non pericolosi. Contestualmente ai diffusi sentimenti di  dolore, cordoglio e rabbia per la tragedia che doveva essere assolutamente evitata, la Uil sollecita una rigorosa inchiesta per ricostruire cosa è accaduto, l’effettivo svolgimento dei fatti ed individuare responsabilità. Nel nostro Paese gli incidenti sul lavoro, purtroppo in numero consistente mortali, provocati dall’esalazione di monossidio di carbonio sono numerosi. L’ultimo in ordine di tempo risale al 6 agosto scorso ed è avvenuto nello stabilimento Chimet di Badia al Pino (Arezzo) dove sette operai sono rimasti intossicati mentre stavano lavorando all’interno dell’azienda, che è specializzata nel recupero di metalli preziosi e nel trattamento di rifiuti speciali. In questo caso solo per l’immediato intervento dei soccorsi è stata sfiorata la tragedia. Non è un caso che gli esperti definiscano il monossidio di carbonio “killer silenzioso”. Motivo in più per verificare di quali strumenti di prevenzione fossero dotati i due lavoratori morti ad Alianello.

Per noi prevenzione, controlli e formazione di qualità dei lavoratori restano gli strumenti determinanti a contrastare “morti bianche” ed incidenti sui posti di lavoro.
Una PREVENZIONE intesa prima di tutto come conoscenza minuziosa del fenomeno che, attraverso un interscambio di informazioni tra gli enti preposti, agevoli azioni di monitoraggio strutturato sull’infortunistica. I CONTROLLI devono ovviamente aumentare, grazie anche ad un potenziamento del personale dei servizi ispettivi che, rientrerebbe a pieno titolo, negli investimenti sulla prevenzione. Gli esiti degli stessi controlli e la condivisione di eventuali irregolarità, possono diventare strumenti di prevenzione.
Ma l’aspetto più incomprensibile è che uno strumento così importante, come il Protocollo per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, continua ad ammuffire nei cassetti del Ministero del Lavoro.
Dobbiamo condurre un’autentica battaglia culturale, per diffondere il principio, tutelato anche dalla Costituzione, che il diritto alla sicurezza rappresenta un valore fondamentale della persona umana e deve ispirare il ruolo di tutti i soggetti sociali.

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