Confcommercio: La rigenerazione urbana come leva del rilancio socio-economico delle città

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La rigenerazione urbana come leva del rilancio socio-economico delle città è la base su cui è costruita la collaborazione tra Confcommercio e Anci che insieme intendono mettere a frutto sinergie per coinvolgere gli attori locali, amministratori e imprese, nelle trasformazioni urbane per migliorare il benessere dei cittadini e rafforzare il tessuto imprenditoriale. Dopo una fase sperimentale, il progetto sancito da un protocollo nazionale di intesa, entra nel vivo e passa alla “fase due” che si estenderà anche ai Comuni lucani. A sottolinearlo è una nota di Confcommercio Imprese Italia Potenza sottolineando che il 2018, in particolare, è stato un anno decisivo, con l’avvio del Laboratorio Nazionale per la Rigenerazione Urbana, che al Sud per ora ha coinvolto una ventina di città grandi e medie, ma che intende estendersi agli altri capoluoghi meridionali di provincia.

Il progetto – spiega il presidente Confcommercio Potenza Fausto De Mare – è parte integrante della nostra strategia di rilancio dei centri storici, in particolare del capoluogo di regione per il quale contiamo di avviare un’interlocuzione istituzionale con il sindaco Mario Guarente e gli assessori dei settori commercio, urbanistica, cultura. Le imprese presenti nel centro storico assolvono a molte “missioni”: contribuiscono ad un diverso e più sostenibile modello di sviluppo; ricuciono le “distanze” centro-quartieri-periferia e costruiscono comunità garantendo sicurezza e legalità; valorizzano le diversità tra territori e parti di città; offrono servizi di prossimità a residenti e turisti. Possono promuovere iniziative e azioni condivise con le amministrazioni locali ed è quello che vogliamo fare per condividere una visione di sviluppo a cui ciascuno contribuisce con le proprie capacità per favorire solidi e ampi partenariati locali pubblico/privati coerenti con la visione condivisa. Obiettivo centrale è rafforzare l’identità della città per attrarre finanziamenti, lavoro e residenti. La priorità: arginare la “fuga” di negozi dal centro storico.

Sono convinto – sottolinea il presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli – che questo nostro progetto abbia un grande punto di forza: il fatto di essere “moltiplicativo”, nel merito e nel metodo. Nel merito perché sotto questo protocollo nascono e possono nascere tantissimi altri progetti. E nel metodo, perché ha un impatto multilivello. Infatti, questo Protocollo ci dà più forza per agire a livello nazionale, con proposte e richieste al Governo, penso ad esempio ai bandi sulle periferie. Questo Protocollo ci dà più forza per agire a livello locale promuovendo accordi tra la rete del sistema Confcommercio e le amministrazioni locali per progetti che valorizzano il commercio come parte integrante dello sviluppo e dell’identità urbana, dai centri storici al “rammendo” delle periferie. Infine, e non da ultimo, questo Protocollo ci dà forza a livello europeo per intercettare le politiche di coesione. Non a caso, abbiamo ribadito con forza come proprio il tema della qualità urbana sia sempre più un tema centrale per la quota crescente di popolazione che vivrà in città e per la rilevanza imprescindibile dei temi della sostenibilità. Non a caso l’Agenda urbana europea che promuove città competitive, città intelligenti, città sostenibili. Penso così, ad esempio, alla possibilità di rendere più facilmente accessibili i fondi della prossima programmazione europea «agganciandoli» ai progetti di rigenerazione urbana. “Rigenerazione” è in fondo un bellissimo modo per dire “innovazione”. Perché rende bene l’idea di come l’innovazione non significhi buttare il passato, quanto piuttosto recuperarlo con occhi nuovi. Rigenerazione è una parola che ha dentro la parola “generazione”, non dunque produzione orientata al consumo, consumismo, ma la capacità di dare nuovamente vita. Nel merito, e nel metodo, il nostro Protocollo con ANCI sottende un’idea, la dico così, di “innovazione reale”. Reale perché concreta, capace di entrare nella vita quotidiana delle persone. Come fanno le imprese dei nostri settori, dal commercio ai servizi, dai pubblici esercizi, al turismo alla cultura. Ma quando penso all’innovazione reale, penso al termine “reale” anche in senso qualitativo. Penso ad un’innovazione che generi qualità, che nobiliti l’esistenza, che migliori la vita. A partire proprio dalla rigenerazione urbana che diventa rigenerazione umana, a servizio della qualità della vita, della bellezza dei luoghi, della sostenibilità dell’ambiente e del futuro delle prossime generazioni.

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