Consigliere Acito chiede a Gianni Rosa tavolo istituzionale per Torrente Gravina

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Con una nota inviata, in data odierna, all’attenzione dell’Assessore Regionale Gianni Rosa, competente per Ambiente ed Energia, si riporta all’attenzione il tema del Torrente Gravina, nell’area del Parco Murgia Materana, che versa da tempo in pessime condizioni.

“Numerosissimi turisti, attraversando il ponte sul Torrente Gravina nell’ area del Parco della Murgia Materana, sono testimoni del pessimo stato del maleodorante torrente, interessato da continui scarichi fecali e da un’abbondante presenza di schiume. L’inquinamento del Torrente Gravina costituisce, ancora,  una criticità irrisolta, nonostante gli impegni assunti, nel recente passato, da numerosi soggetti pubblici direttamente interessati”. Così la nota di Acito, che ricostruisce il percorso istituzionale che, a seguito di una conferenza di servizio a data marzo 2017, aveva previsto per dicembre 2018 la chiusura delle azioni di bonifica. Ma a distanza di due anni, nulla è stato realizzato.

“Il  10 marzo 2017, infatti,   si è tenuta una conferenza di servizio, presso la sede dell’ Ente Parco della Murgia Materana, per rappresentare i problemi ed individuare soluzioni e tempi necessari al fine di completare il processo di disinquinamento del torrente Gravina. Alla presenza dei rappresentanti delle regioni Puglia e Basilicata, dell’ Acquedotto Pugliese e dell’ Acquedotto Lucano, della Provincia di Matera, del Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia, dell’ ARPAB, dell’ Ente Parco della Murgia Materana e del Comune di Matera furono rappresentate le cause inerenti l’ inquinamento del torrente”

Nelle acque dell’affluente Jesce confluiscono i reflui provenienti dal depuratore del comune di Altamura e dal depuratore della zona industriale di Jesce, oltre alle acque reflue provenienti dal depuratore di c.da Pantano che serve la gran parte della zona nord della città di Matera ed in cui confluiscono, attraverso gli impianti di sollevamento dei Sassi, anche i reflui della zona centrale della città. A queste si aggiungono  le acque reflue provenienti dalle aziende agricole disseminate lungo il tracciato del torrente e del suo affluente Iesce  sia in territorio pugliese che in territorio lucano. Si aggiungano i liquami scaricati abusivamente (auto spurgo) lungo il tracciato del torrente e del suo affluente Iesce e le acque provenienti dal sistema misto interessante la città di Matera che, per probabili rotture del sistema fognario nei Sassi, riversa il liquame direttamente lungo l’asta fluviale del torrente.

Tutti i soggetti interessati presentarono le soluzioni, già adottate o in corso di adozione,  con un preciso crono programma che si sarebbe concluso prima del 2019, per motivi facilmente intuibili.

Conclude Acito nella sua nota “Ad oggi il sistema coordinato non ha, evidentemente,  raggiunto il risultato concordato, per cui si chiede la convocazione urgente di un ulteriore tavolo  dove gli stessi soggetti, prima indicati, devono rappresentare i motivi del mancato raggiungimento degli obiettivi,  rappresentarne le  criticità e definire i tempi strettamente necessari per accelerare, definitivamente,  il processo di disinquinamento del torrente Gravina”

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