Cupparo su chiusura Centro per l’impiego Tinchi di Pisticci

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L’assessore all’Arlab: “Subito la riapertura, non mi pare una ragione plausibile quella della carenza di personale in quanto è possibile far ricorso eccezionalmente al personale trasferito da altri Centri”

Francesco Cupparo, assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata, ha chiesto ad Antonio Fiore, direttore dell’Arlab (Agenzia regionale lavoro e apprendimento Basilicata) di spiegare le ragioni della chiusura del Centro per l’Impiego di Tinchi di Pisticci programmata fino al 31 luglio prossimo, sollecitandone la riapertura al più presto. L’esponente della Giunta regionale ha chiesto inoltre e di comunicare al Dipartimento ogni atto e provvedimento adottato dall’Agenzia.

“Non mi pare – afferma Cupparo – una ragione plausibile quella della carenza di personale in quanto è possibile far ricorso eccezionalmente al personale trasferito da altri Centri. Al sindaco di Pisticci Verri che chiama in causa la Regione assicuro tutto il mio impegno per superare le disfunzioni e comunico che la Regione non è stata interessata in alcun modo da quello che è solo un atto unilaterale dell’Arlab. Piuttosto, il caso del Cpi di Pisticci è emblematico della situazione che si registra in tutti gli otto Cpi in funzione in regione. Come  le altre Regioni siamo ancora in attesa del decreto di riparto delle risorse che il Governo giallo-verde, quindi anche del M5S del partito della Verri, ha solo annunciato per il potenziamento di strutture ritenute dallo stesso Governo strategiche per il funzionamento specie per le politiche attive collegate al Reddito di Cittadinanza. Il problema centrale resta quello degli organici perché non sono certo i 31 “navigator” destinati alla Basilicata a risolvere l’inadeguatezza di personale. Di fatto il Governo trasferisce alle Regioni le competenze dei servizi per l’impiego ma non i fondi necessari al loro funzionamento.  Il Centro per l’Impiego di Pisticci – evidenzia l’assessore – ricade in un territorio quale la Valbasento che registra la situazione di emergenza  occupazionale più grave dovuta al processo di reindustrializzazione sempre promesso e mai attuato ed ha dunque un compito ancora più significativo da svolgere. E’ nostra intenzione aggiornare la mission affidata all’Arlapb e adeguarne innanzitutto la struttura”.

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