“La Reumatologia lucana che fa scuola alle altre regioni italiane”

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Il Presidente della Regione Vito Bardi, intervenendo alla presentazione del Report 2018 “La Reumatologia in Basilicata: report 2018 e obiettivi 2019.
Il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata, fondato dal Prof. Ignazio Olivieri, si conferma centro d’avanguardia per la cura, la diagnosi e la ricerca delle malattie reumatiche punto di riferimento regionale e nazionale come testimoniato dai dati

Quasi 20.000 prestazioni effettuate nel 2018 negli ambulatori di Potenza e Matera, 415 pazienti ricoverati in regime ordinario e Day Hospital, 28  pubblicazioni su riviste internazionali con impact factor: sono i numeri in continua crescita che sottolineano il valore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata e lo  riconfermano come esempio d’eccellenza nell’assistenza di pazienti lucani ed extra regione per la diagnosi e il trattamento di malattie reumatiche croniche come l’artrite reumatoide, la sclerosi sistemica, le spondiloartriti e la malattia di Behçet. Se ne è parlato oggi in occasione dell’incontro annuale di presentazione del Rapporto “La Reumatologia in Basilicata: report 2018 e obiettivi 2019″, svoltosi a Potenza.

Sul totale delle prestazioni ambulatoriali effettuate nello scorso anno dal Dipartimento di Reumatologia con le sue strutture dislocate sul territorio regionale (Ospedale San Carlo di Potenza e Ospedale Madonna delle Grazie di Matera) il 36% ha riguardato pazienti provenienti da altre regioni, in particolare Campania, Calabria e Puglia, ma anche Sicilia, Lazio e Abruzzo.
Il dato extraregionale cresce fino al 58% se si considerano i pazienti ricoverati in regime ordinario (56% nel 2017), principalmente per patologie complesse quali connettiviti e vasculiti.

“Come Presidente della Regione Basilicata – ha detto Bardi – mi sento fiero di avere sul nostro territorio punte di eccellenza come quella della Reumatologia. A modelli come questo dobbiamo tendere per far sì che tutta la sanità lucana si riorganizzi al fine di rispondere sempre più alla volontà dei cittadini lucani di essere curati bene. Questo è l’impegno che ho preso in campagna elettorale, per dare concretezza a quella voglia di cambiamento che è emersa con il voto e che intendo rispettare. I dati – ha aggiunto il presidente – dimostrano che anche in Basilicata è possibile attenuare fenomeni come l’emigrazione sanitaria o le lunghe liste d’attesa, sintomo di una sanità che non funziona. Ciò sarà possibile anche grazie all’impegno di tutte le professionalità coinvolte. Ho voluto essere presente qui oggi, perché ritengo che chi è chiamato a prendere le decisioni politiche, debba conoscere a fondo i problemi.
Le priorità che ho comunicato al direttore Barresi, che sta ben lavorando, sono quelle di mettere al centro di ogni nostra azione il paziente e di misurare il grado di soddisfazione delle cure prestate. Rendere la nostra, una terra attrattiva dal punto di vista sanitario – ha aggiunto Bardi – significa tenere ben presente questi traguardi. Gli obiettivi da raggiungere illustrati dalla dottoressa Padula sono ambiziosi e condivisibili: la reumatologia lucana, che fa scuola in altre regioni, deve rimanere una nostra punta di diamante. Il fatto che ricercatori e medici di fama internazionale abbiano scelto di lavorare qui sin dall’inizio, insieme al dott. Olivieri, significa che per il futuro dobbiamo creare le condizioni perché anche altri giovani eccellenze possano tornare o cominciare la loro professione proprio nella loro terra. Ecco perché, l’obiettivo della mia Giunta sarà quello di rafforzare questa struttura. Essendo però la Reumatologia una branca interdisciplinare, sarà quindi necessario ed importante – ha concluso Bardi – potenziare tutte le altre strutture della ricerca”.
“La reumatologia è un’eccellenza e dovrà continuare ad esserlo sempre di più – ha ribadito il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera regionale “San Carlo” di Potenza, Massimo Barresi -. Ma dobbiamo coniugare l’eccellenza con i bisogni dei cittadini anche quelli di ordine primario. Quindi, assolutamente le liste di attesa saranno la nostra battaglia, già avviata e che sta già dando qualche risultato positivo.  Certo, la reumatologia lucana svolge anche molta attività extraregionale, ma faremo grandi sforzi per rispondere alle esigenze di tutti i pazienti che rimangono la nostra priorità. Il blocco dell’intramoenia non è frutto di una volontà persecutoria verso i medici ma un atto doveroso verso il cittadino”.

Non sono solo tempestività diagnostica ed appropriatezza terapeutica ad essere i fiori all’occhiello del Dipartimento di Reumatologia, intensa e produttiva è anche l’attività di ricerca che posiziona il Dipartimento ai primi posti nella graduatoria nazionale, sebbene la produzione scientifica non sia un requisito richiesto alle strutture ospedaliere e l’attività non preveda alcun incentivo economico e professionale per gli specialisti che la portano avanti. L’impegno degli specialisti ha portato nel corso del 2018 alla pubblicazione di 28 articoli su riviste scientifiche internazionali con Impact Factor, un significativo incremento rispetto alle 19 del 2017.  Inoltre, sono stati circa 50 gli eventi formativi di interesse locale, nazionale ed internazionale a cui i membri del Dipartimento hanno partecipato in qualità di relatori.

“Per il nostro Dipartimento l’impegno nella ricerca in ambito reumatologico è fondamentale. A spingerci è infatti la convinzione che a un alto profilo scientifico corrispondano cure d’avanguardia e un’ottimizzazione delle risorse sempre più limitate del servizio sanitario, elementi che congiuntamente concorrono a un miglioramento della gestione del paziente” – ha commentato la Dottoressa Angela Padula, Direttore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata –  I risultati ottenuti in termini di ricerca nel 2018  e le attività in corso sono per tutto il Dipartimento un motivo di soddisfazione ed orgoglio – ha concluso il Dott. Salvatore D’Angelo, Dirigente Medico U.O. Reumatologia AOR San Carlo – Per quanto riguarda l’assistenza invece, nell’ottica di un continuo e costante miglioramento, stiamo valutando la possibilità di  implementare la rete territoriale con l’attivazione di ambulatori distrettuali per favorire una maggiore integrazione ospedale-territorio e aumentare la disponibilità di accesso alle visite specialistiche”.

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