Lomuti (M5S): “Ancora senza soluzioni la situazione aree Sin”

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“Solo su un quarto dei 41 Siti di interesse nazionali italiani (Sin), cioè le aree inquinate più grandi e da bonificare, sono stati avviati o completati gli interventi di bonifica. Su due terzi di questi siti, è stato fatto soltanto lo studio preliminare (caratterizzazione). Lo ha rivelato il presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, in audizione martedì 7 maggio alla Commissione bicamerale ecomafie. In sintesi, “per il 66% delle aree sono stati fatti i piani di caratterizzazione. Per il 12% sono stati avviati gli interventi di bonifica e per il 15% il processo è stato concluso”. Lo sostiene in un comunicato il portavoce al Senato del M5S, Arnaldo Lomuti, per il quale “la lentezza del procedimento è dovuto ai diversi cambi di proprietà con frammentazioni varie, che rendono complesso risalire ai responsabili. vecchia tecnica degli inquinatori consapevoli. E di certo non aiuta la normativa farraginosa e contraddittoria, con sovrapposizioni di competenze, tipica del costume burocratico italiano, che è ciò che questo governo cerca di cambiare. L’area di Tito scalo – prosegue il parlamentare pentastellato – sembra la più facile da bonificare, ma siamo solo alla caratterizzazione e a una barriera fatta tra la sorgente inquinante e un’area pubblica data al Consorzio industriale. Più complessa la situazione della Val Basento, divisa in tre aree, per le quali sono iniziate alcune opere di bonifica (iniezioni di miscele che degradano i solventi clorurati) e sono in atto le gare per avviare altri lavori esecutivi. La gravità di questa area – continua il senatore Lomuti – è stata anche aumentata da alcuni interventi del passato, come l’installazione dei piezometri per valutare lo stato delle falde idriche. Per questi piezometri non c’è stata manutenzione, per cui, da strutture di controllo sono diventate a loro volta strutture inquinanti, per il collegamento diretto che hanno con le falde idriche. Altro aspetto inquietante in Val Basento, è l’area diaframmata utilizzata come una discarica di sostanze inquinanti, ma per l’Ispra non esiste la certezza che siano state portate in questa discarica tutte le sostanze inquinanti. Perché, per l’Ispra “ci sono tracce di inquinamento da mercurio anche nei pressi dell’area diaframmata. Impressionante l’affermazione di Laporta sempre su Val Basento: “Non si riesce a trovare la vera sorgente inquinante”. … forse perché ce ne sono troppe, aggiungerei io. Risolvere questa situazione in Basilicata e nelle altre regioni è un compito preciso della commissione Eco-Mafia, ma anche – conclude – un mio preciso impegno”.

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