Gambardella (Cisl): “Partiti distratti da campagna elettorale permanente mentre la Basilicata si spopola”

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Il numero uno della Cisl lucana chiede alle forze politiche di affrontare i problemi irrisolti della regione. Sempre più forte secondo il sindacalista lo scollamento tra ceto politico e società
Il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, si dice preoccupato per “il clima di campagna elettorale permanente che impedisce alle forze politiche di affrontare i nodi della crisi lucana”. “Mentre non si è ancora spenta l’eco delle recenti elezioni regionali e si è in attesa delle prime mosse del nuovo governatore – spiega il segretario della Cisl – i partiti hanno già affilato le armi in vista delle prossime elezioni europee e delle amministrative al Comune di Potenza. Di fatto i cittadini sono ostaggi inconsapevoli di una campagna elettorale permanente fatta di slogan e promesse più o meno roboanti mentre la regione si spopola e i problemi, dal lavoro che non c’è ai tanti tavoli di crisi aperti, restano irrisolti”.

“Gli ultimi dati diffusi dal sindacato pensionati della Cisl sono drammatici”, ricorda Gambardella: “In dieci anni abbiamo perso una città grande quanto Melfi e le proiezioni demografiche ci dicono che saremo sempre di meno e sempre più anziani. Davanti a questi dati che hanno avuto ampia eco sui mezzi d’informazione – si rammarica il numero uno della Cisl – la reazione delle forze politiche è stati pari a zero, come se l’invecchiamento e lo spopolamento della regione, con le loro conseguenze sulla tenuta del welfare e sul potenziale di crescita, non fossero la madre di tutti i problemi. Nel radar dei partiti non c’è traccia dei problemi concreti che incidono sulle benessere delle famiglie e sulla competitività delle imprese. È del tutto evidente che c’è uno scollamento tra ceto politico e società lucana e questo solco, sempre più ampio, allontana i cittadini dalla politica e incrina pericolosamente la fiducia nelle istituzioni“.

“Per questo – continua il segretario della Cisl – con Cgil e Uil abbiamo deciso di tenere la festa del 1° maggio a Ferrandina, luogo simbolo della crisi industriale e di tante promesse non mantenute ma anche possibile crocevia di un rilancio che ha bisogno innanzitutto di risolvere lo storico divario infrastrutturale che tiene ingabbiata da troppi la nostra regione”.

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