SE NE VA MINGO IL RIBELLE: Pisticci piange la scomparsa di Domenico Giannace

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PISTICCI. Dopo il suo grande amico e protagonista delle lotte politiche del dopoguerra Angelo Raffaele Ziccardi, ci ha lasciato anche Domenico Giannace “Il Ribelle”, dopo una vita dedicata interamente al culto della famiglia, alla politica e alla società. Se ne va in punta di piedi e senza clamori, così com’era vissuto, l’ultimo protagonista delle lotte contadine e il paladino delle rivendicazioni civili delle classi più povere. “Mingo il Ribelle” come emerge dal contenuto dell’omonimo Saggio Storico a lui dedicato, è stato un combattente nel senso più autentico della parola, nato con una precisa missione da compiere, sempre schierato con i suoi contadini e braccianti, che tanto ha dato senza nulla chiedere. Un politico di razza, che ha ricoperto vari ruoli istituzionali e che con tutte le sue forze ed energie ha lottato a dispetto dell’età e con un vigore e una passione civile che non hanno mai conosciuto ostacoli. E in modo particolare per il potenziamento dell’ospedale che lui volle ed auspicò quando era sindaco di Pisticci e sul quale ha sempre vigilato, di notte e di giorno, non abbassando mai la guardia, contro ogni tentativo di cambiamento. Giovanni Russo di lui scrive: “Giannace è un organizzatore dei contadini, capace, più dei vecchi notabili, di risolvere i loro problemi. Un ex bracciante che legge le riviste giuridiche di notte, perché di giorno non ha tempo, studia le leggi più recenti che gli avvocati si guardano dallo sfogliare. E gli stessi proprietari si rivolgono a lui per le pratiche. Si è fatta la fama di avere una capacità magica di ottenere tutto. In realtà è solo più attivo degli altri e conoscendo le leggi sa quello che può chiedere”. Pisticci e l’intera regione Basilicata devono molto a quest’uomo e soprattutto i giovani che hanno l’obbligo di recepire i valori della sua lezione di vita, di coraggio, di intraprendenza. Un uomo, che pur non avendo conseguito titoli di studi di rilievo si è fatto da solo, raggiungendo le più importanti vette e cariche politiche e sindacali. Un semplice contadino tra i contadini, che ha frequentato il corso di studi più prestigioso quello della terra e del lavoro e che ha avuto come grandi maestri i confinati politici di Centro Agricolo e come allievi i contadini e i bracciati per i quali si è battuto per la conquista di benessere e di migliori condizioni di vita. E se oggi anche le classi contadine hanno acquisito una dignità storica, questo grazie a Mingo Giannace che oggi lascia un vuoto incolmabile. Sino agli ultimi anni di vita gli è stata sempre affianco in questa grande avventura la moglie Antonietta  De Marsico, per tutti “za Antunetta”, in tutte le circostanze tristi e liete.

GIUSEPPE CONIGLIO

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