La regione dice di No all’ Impianto rifiuti speciali a Pisticci

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La Regione Basilicata ha ufficializzato il suo parere non favorevole di compatibilità ambientale (V.I.A.) e ha negato l’A.I.A. al progetto di costruzione di un impianto di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali, promosso dalla società Irle S.r.l.

Il problema Irle ha inizio per il Comune di Pisticci nel 2015, quando la società bresciana chiese alla Regione Basilicata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la costruzione dell’impianto a Pisticci Scalo, presso l’ex stabilimento Panasonic. La relazione tecnica che accompagnava la richiesta descriveva l’impianto come un termovalorizzatore a conversione anaerobica canalizzata, attraverso il quale i rifiuti speciali (anche pericolosi) dovevano essere trasformati in oli combustibili altamente inquinanti.

“Un altro importante obiettivo a tutela del nostro territorio è stato raggiunto – commenta il Sindaco di Pisticci Viviana Verri – Il fermo no dell’Amministrazione Comunale all’ennesimo impianto altamente impattante per l’ambiente ha permesso di scongiurare un altro insediamento in Valbasento di un’azienda fortemente inquinante. Nella Conferenza di Servizi convocata dalla Regione il 13 luglio 2017, il Comune di Pisticci ha trasmesso il suo parere non favorevole, rimarcando il fatto che l’impianto sarebbe stato realizzato in un’area già di Interesse Nazionale e oggetto di interventi di bonifica, per cui una nuova azienda di trattamento rifiuti, anche pericolosi, sarebbe stata in forte controtendenza, vista la forte vocazione agricola e turistica della zona. L’Amministrazione Comunale di Pisticci è stata l’unica, tra gli enti coinvolti, a rilasciare parere non favorevole rispetto alla realizzazione dell’impianto. Il Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente, invece, nella riunione dello scorso novembre ha espresso il suo parere non favorevole, confermando alcune delle motivazioni già espresse dal Comune di Pisticci.

L’Amministrazione Comunale conferma la sua grande attenzione verso l’ambiente e la salute dei cittadini e, con la sua azione di tutela, ha contribuito a sventare l’ennesima installazione di un’azienda che, oltre ad avere un impatto negativo in termini di salubrità e sostenibilità, avrebbe peggiorato le condizioni ambientali del nostro territorio, già martoriato da politiche industriali messe in campo in questi anni dalla Regione Basilicata”.

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