Legambiente su raddoppio eolico in Basilicata

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Legambiente: “L’articolo 13 della legge regionale 4/2019 è inaccettabile. La grande opportunità fornita delle fonti energetiche rinnovabili merita ben altro”

Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PIEAR), approvato nel 2010, fissava obiettivi al 2020 in termini di potenza installabile ed energia prodotta in relazione alle diverse tipologie di fonte energetica rinnovabile. Dai dati attuali si desume che, se si esclude il settore delle biomasse, per tutte le altre fonti energetiche gli obiettivi sono stati già raggiunti e superati.

“In particolare – sottolinea Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – questo è verificabile per l’eolico, per il quale la previsione di potenza installata ed energia prodotta è stata saturata, almeno, da fine 2017. Purtroppo, come è noto, oltre a quanto appena detto, nella diffusione della fonte eolica e in particolare nel mini-eolico, sono stati commessi errori frutto dei ritardi e del vuoto normativo che la Regione Basilicata ha accumulato negli ultimi anni che ha di fatto determinato una mutazione genetica dello spirito originario alla base dell’utilizzo e diffusione di tali impianti, con effetti spesso molto negativi per il territorio. Il mini-eolico nasce infatti per esigenze di autoproduzione e autoconsumo ciò che giustifica i percorsi autorizzatori semplificati di cui gode ma, appunto, solo in relazione a quelle finalità di autoconsumo e non ad altre, come purtroppo è avvenuto in troppe aree del nostro territorio“.

“In tale contesto – continua Lanorte – il raddoppio, in particolare, della potenza nominale di eolico di grandi dimensioni installabile rispetto ai limiti massimi fissati dal PIEAR al 2020, stabilito con l’art. 13 della legge regionale 13 marzo 2019 n. 4, risulta inaccettabile. In seguito a tale provvedimento, inserito peraltro in una legge omnicomprensiva che affronta le questioni più disparate, appare inevitabile sottolineare l’ennesima dimostrazione di incapacità di programmazione e pianificazione territoriale, che poi dovrebbero essere le competenze principali dell’ente Regione”.

Legambiente chiede che tra i primi atti del nuovo Consiglio Regionale appena eletto ci sia una ridiscussione di tale provvedimento e la sua sospensione. Contestualmente chiediamo che ci sia una moratoria su ogni nuova autorizzazione di impianto eolico fino a quando non verranno approvati:

  1. il Piano Paesaggistico regionale con indicazione di aree idonee o meno, lotti minimi, distanze e aree di rispetto;
  2. le Linee guida per il corretto inserimento degli impianti;
  3. il nuovo PIEAR, necessario, a distanza di quasi 10 anni dall’ultimo, per pianificare un settore così decisivo e per cogliere gli aspetti legati alla transizione energetica oltre che indispensabile per recepire un approccio più orientato a valorizzare le filiere energetiche;
  4. la nuova legge sull’inquinamento acustico.

Su tutti questi aspetti Legambiente intende avviare azioni mirate al raggiungimento degli obiettivi.

“Negli ultimi anni – conclude Lanorte – le fonti rinnovabili hanno contribuito a cambiare il sistema energetico regionale tanto che già oggi in Basilicata la produzione di energia da fonti rinnovabili è pari a oltre il 90% del totale regionale ciò che ne fa la Regione che ha la produzione pro-capite di energia rinnovabile più alta del Paese, ma per continuare in questa direzione occorre intervenire sulle barriere che impediscono di cogliere appieno i vantaggi di questa prospettiva, aprendo la strada all’autoproduzione e distribuzione locale di energia da fonti rinnovabili. Oggi questa prospettiva può davvero creare uno scenario che porti opportunità alle imprese, alle famiglie e ai condomini attraverso le energie pulite.

La Basilicata deve svoltare decisamente in questa direzione evitando di sacrificare la grande opportunità delle energie pulite sull’altare degli interessi di pochi”.

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